ATTUALITA’ POLITICA

Anche l’attualità politica, con le riforme varate dal governo e quelle in discussione che riguardano il lavoro, resta al centro di molti editoriali. “Il governo – afferma Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia) – farà presto la sua proposta: Parlamento e parti sociali dovranno assumersi la responsabilità di un sì o un no, o proporre efficaci alternative, superando il sorprendente immobilismo di fronte al mondo che cambia, anzi è già cambiato. Cercansi intanto adulti disposti a rinunciare a qualche privilegio e giovani pronti a mettersi in gioco in tutti i settori; imprenditori (Stato compreso, quale maggior datore di lavoro…) coscienti e illuminati, lavoratori attivi e scrupolosi (chi non lo è non accampi diritti senza doveri); inventiva e coraggio in settori chiave: turismo, artigianato, agroalimentare… Cambiare bisogna. Ovviamente in meglio”. Sul lavoro si sofferma pure Millestrade (Albano) con l’editoriale a firma del vescovo, mons. Marcello Semeraro, il quale cita il n. 271 del “Compendio della dottrina sociale della Chiesa”, dove è spiegato che “la dimensione soggettiva del lavoro deve avere la preminenza su quella oggettiva, perché è quella dell’uomo stesso che compie il lavoro, determinandone la qualità e il valore più alto”. Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), commenta “la decisione di pubblicare i redditi dei ministri”: “È una scelta che va nella strada giusta e che ci auguriamo coinvolga tutta la pubblica amministrazione, perché siamo convinti che maggiore trasparenza significa anche migliore servizio e una migliore democrazia”. La Guida(Cuneo) riflette su malaffare, illegalità, corruzione, rilevando che “l’onestà non merita un premio ulteriore, perché già premio per se stessa”. Ma “che cosa manca al nostro Paese?”, domanda Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), secondo il quale “non si riesce a impostare una serie di provvedimenti ‘family friendly’, amichevoli verso la famiglia. In generale non prende corpo una progettazione stabile a suo favore. Sull’esempio anche di altri Stati europei, come la Francia e la Germania, occorre giungere al quoziente familiare, magari con provvedimenti parziali, in successione”. L’Ora del Salento (Lecce) ribadisce che “le divisioni fanno acuire le inadeguatezze della politica e delle Istituzioni; nella costruttiva cooperazione delle forze culturali, civili e religiose, di un Paese o di un territorio si possono elaborare proposte valide per risolvere i problemi politici, economici e sociali”. Per Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino), “il Paese intero paga oggi anche gli errori dovuti alle innumerevoli divisioni nel laicato cattolico impegnato in politica. Le divisioni hanno favorito l’avanzata della mediocrità”. Secondo Luigi Lamma, direttore di Notizie (Carpi), “per i cattolici presenti nei due schieramenti maggioritari è tempo di una sincera verifica delle loro effettive possibilità d’incidere e a quali condizioni. C’è la sensazione di un crescente disagio che prima o poi deve trovare lo sbocco in una soluzione alternativa”.
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