TANGENTOPOLI, DI PIETRO: “MAGISTRATO E’ COME BECCHINO, ARRIVA QUANDO C’E’ IL MORTO”

L’ex magistrato a Tv2000: “Oggi sistema tangentopoli si è ingegnerizzato, non serve più la mazzetta. In 2 relazioni Copasir atti ufficiali che fanno rabbrividire”
 
Roma, 21 febbraio 2017. “Oggi se tante cose si vedono è perché c’è la magistratura che indaga. Il problema però è a monte: il magistrato è come il becchino, arriva quando c’è scappato il morto e questo bisognerebbe evitarlo”. Lo ha detto Antonio Di Pietro ospite di ‘Siamo Noi’ su Tv2000.
“Se oggi abbiamo tutto quel debito pubblico – ha aggiunto Di Pietro – è per colpa di tangentopoli. Il danno non è stato solo la mazzetta ma quanto veniva a costare l’opera finale. Oggi il sistema di tangentopoli si è ingegnerizzato, non c’è più bisogno della mazzetta. Con Mario Chiesa è stato facile, l’ho trovato con i soldi in mano. Oggi è tutto più sfumato, è diventato lecito ciò che ieri era illecito”.
“Dopo 25 anni – ha sottolineato Di Pietro – sarebbe l’ora di chiedersi non perché è nata l’inchiesta ‘Mani pulite’ ma perché è stata fermata. Ci sono due relazioni del Copasir del 1995 e 1996. Non mi sono dimesso per fare politica ma per permettere all’inchiesta di andare avanti e poter bloccare quel sistema di delegittimazione per fermare l’inchiesta che è stata portata avanti, si legge in quelle due relazioni, da segmenti deviati del Sisde per conto di alte personalità dello Stato e delle istituzioni. Quell’inchiesta interparlamentare, finita la legislatura, non è stata più ripresa. In quelle due relazioni ci sono atti ufficiali che fanno rabbrividire perché spiegano come è stata fermata l’inchiesta di ‘Mani pulite’”.
 
 
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