Lex magistrato al Tg2000: Carcere non serve, danneggia cittadinanza. E solo scuola di criminalità
Roma, 17 febbraio 2017. Mi sono dimesso dalla Magistratura perché mi sono sentito come un idraulico. Lo ha detto lex magistrato Gherardo Colombo, in unintervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando il 25° anniversario dellinizio di Tangentopoli, 17 febbraio 1992, con l’arresto dell’ingegnere Mario Chiesa che diede il via alla serie dinchieste denominata Mani Pulite.
Spiego questa mia frase ha aggiunto Gherardo Colombo – con una metafora: un signore va in cucina per farsi il caffè ma dal rubinetto non esce acqua. Così decide di chiamare lidraulico che prova a smontare il rubinetto e i tubi ma lacqua continua a non arrivare. Allora lidraulico va in cantina e lavora al rubinetto centrale quello che porta lacqua al condominio. Così torna in cucina e finalmente lacqua esce dal rubinetto. E come se per 33 anni in magistratura mi fossi occupato solo del rubinetto della cucina. Per quanto impegno ci si mettesse non cera niente da fare: la giustizia funzionava malissimo. Così ho pensato di guardare a qualcosa che venisse prima dei tribunali, le corti dappello, le sentenze, gli avvocati. Alla fine ho trovato il rubinetto centrale cioè la relazione che esiste tra le persone e le regole. Se non capiamo questo la giustizia non funziona.
Nella lunga intervista Colombo ha anche voluto ribadire il suo cambio di rotta sulla funzione del carcere: Sulla custodia cautelare ho cambiato il mio modo di vedere. Per quanto pensassi che il carcere dovesse essere lestrema ratio, cioè lultima misura possibile e immaginabile, tuttavia pensavo che il carcere fosse educativo. Oggi non la penso più così: il carcere non solo non serve ma danneggia anche la cittadinanza. Il 70% delle persone che sono state in carcere, ci ritornano perché hanno ricommesso di nuovo il reato. Il carcere è più una scuola di criminalità che un rimedio. Per questo penso che non si possano tenere le persone in carcere per tutta la vita.
Spiego questa mia frase ha aggiunto Gherardo Colombo – con una metafora: un signore va in cucina per farsi il caffè ma dal rubinetto non esce acqua. Così decide di chiamare lidraulico che prova a smontare il rubinetto e i tubi ma lacqua continua a non arrivare. Allora lidraulico va in cantina e lavora al rubinetto centrale quello che porta lacqua al condominio. Così torna in cucina e finalmente lacqua esce dal rubinetto. E come se per 33 anni in magistratura mi fossi occupato solo del rubinetto della cucina. Per quanto impegno ci si mettesse non cera niente da fare: la giustizia funzionava malissimo. Così ho pensato di guardare a qualcosa che venisse prima dei tribunali, le corti dappello, le sentenze, gli avvocati. Alla fine ho trovato il rubinetto centrale cioè la relazione che esiste tra le persone e le regole. Se non capiamo questo la giustizia non funziona.
Nella lunga intervista Colombo ha anche voluto ribadire il suo cambio di rotta sulla funzione del carcere: Sulla custodia cautelare ho cambiato il mio modo di vedere. Per quanto pensassi che il carcere dovesse essere lestrema ratio, cioè lultima misura possibile e immaginabile, tuttavia pensavo che il carcere fosse educativo. Oggi non la penso più così: il carcere non solo non serve ma danneggia anche la cittadinanza. Il 70% delle persone che sono state in carcere, ci ritornano perché hanno ricommesso di nuovo il reato. Il carcere è più una scuola di criminalità che un rimedio. Per questo penso che non si possano tenere le persone in carcere per tutta la vita.
Ecco il video dellintervista:
Condividi