PROFUGHI IN GIORDANIA. L’IMPEGNO DELL’ITALIA.

Intenso viaggio in Giordania per il gruppo di dieci persone di Fisc, Cei e Sir in corso in questi giorni. Un itinerario fatto più di incontri che di luoghi, per tentare di capire l’impegno della Chiesa italiana e del paese Italia in uno dei luoghi simbolo dell’accoglienza ai profughi. Sono oltre due milioni quelli presenti nel paese arabo a maggioranza musulmana, su una popolazione totale di nove milioni di abitanti.
Tra i tanti dialoghi, personali e di gruppo, la visita in hotel da parte dell’ambasciatore italiano ad Amman, Giovanni Brauzzi. Nell’intervista collettiva scaturita, l’ambasciatore ha sottolineato come l’Italia sia ben considerata e stimata in Giordania, anche per una “sintonia ideale riconosciuta e apprezzata”, anche grazie al lavoro che l’Italia svolge nel Mediterraneo in favore dei migranti. La grande sfida per tutti in Giordania è l’educazione. Si rivedono i curricoli scolastici, per modernizzarli e adeguarli ai tempi di oggi, perché, ha sottolineato Brauzzi, “questo Paese rischia di avere una classe dirigente illuminata e una base sociale conservatrice e ciò può provare fratture nella popolazione.
Si è parlato anche di corridoi umanitari, grazie ai quali nei prossimi mesi alcune centinaia di persone dovrebbero andare in Occidente. “Sono gesti, esempi, segnali che diamo agli altri Paesi europei”, ha aggiunto l’ambasciatore che ha anche ricordato la cancellazione di due debiti nei confronti dell’Italia per 20 milioni di euro. Ciò è stato reso possibile con l’impegno da parte giordana della realizzazione di una diga e l’innalzamento degli argini di una esistente.
F. Z.
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