UDIENZA 9 APRILE: LETTERA AL PAPA

Santità,
in occasione dell’udienza che ci ha concesso oggi per i 50 anni della nostra Federazione, le abbiamo portato una raccolta con tutti i giornali che compongono la grande famiglia della Fisc.
Si tratta di 192 testate con diffusione locale che danno voce a gran parte delle Diocesi italiane. Giornali in diversi casi molto radicati nel territorio. Tanto radicati che vengono spesso definiti “giornali di popolo” visto come si identificano con le città e i paesi di cui narrano le vicende dalla fine del 1800.
Questi “fogli” nacquero per lo più dopo il “Non expedit” di Papa Pio IX ed ebbero notevole impulso con l’enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII. I cattolici, ritiratisi dalla politica attiva, si impegnarono nel sociale. Tra le numerose opere cui diedero vita, ci furono centinaia di settimanali e decine di quotidiani.
Noi siamo gli eredi di questa gloriosa tradizione. Nel 1966 un gruppo di sacerdoti-direttori e alcuni laici diedero vita alla Fisc. Fu uno dei primi frutti del Concilio vaticano II. Papa Paolo VI incoraggiò questa esperienza, in modo che ne avesse anche un rilievo nazionale, come poi si è verificato negli anni successivi.
A noi ora resta il compito di portare avanti questo avvenimento in un cambiamento d’epoca, come Lei ha ricordato a Firenze durante il decennale Convegno nazionale della Chiesa italiana.
Stretti tra i grandi network e l’invadenza della Rete, spesso ci interroghiamo sul futuro. I nostri, comunque, rimangono giornali che intendono dare voce a chi non ce l’ha, ma anche e soprattutto a quella parte d’Italia che troppo spesso rimane nascosta e non fa notizia.
Siamo comunque sempre attenti a leggere la realtà dal punto di vista del Vangelo. Impegnati a suscitare domande, più che a fornire risposte, ben piantati per terra, ma desiderosi di fare alzare lo sguardo in alto, fin oltre le stelle. E come operatori nei mass media, parafrasando la sua nota espressione “pastori con l’odore delle pecore”, noi vorremmo essere “giornalisti con l’odore dei lettori”.
Giornalisti che non rimangono nel chiuso delle redazioni, ma consumano le scarpe lungo le strade delle nostre città, capaci di saper scrutare ciò che ci circonda per poi raccontarlo con occhi e cuori attenti alle persone. Attenti in particolare alle storie dei “santi di tutti i giorni”, come da Lei definiti due giorni fa durante la Messa in Santa Marta, di cui sono ricche le nostre comunità locali.
Santità, ci ha molto incoraggiato quanto lei ha sottoscritto e consegnato ai vescovi italiani durante l’assemblea Cei del maggio 2014. Ha fatto distribuire la “Nota dominante” del suo predecessore Paolo VI. Quattro i punti messi in evidenza da Papa Montini. Il quarto è relativo alla “stampa cattolica” che, si legge, “è ancora tanto necessaria, tanto importante per la diffusione dei principi cristiani… tanto opportuna per la formazione di un’opinione pubblica sana e favorevole ad ogni buon causa; ma ancora tanto bisognosa di unità, di sostegno, di vigore, di diffusione”.
Grazie, Santo Padre. Ci affidiamo alle sue preghiere. Noi, per parte nostra e per quanto possono valere, le assicuriamo le nostre.
 
Roma, 9 aprile 2016
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