CARDINALE BAGNASCO: “LA LEBBRA DEL MALE STA ALLA PORTA DELL’ANIMA”

“La lebbra del male sta alla porta dell’anima, cerca ogni occasione per insinuarsi, si presenta con panni non solo seducenti ma spesso anche legittimi e buoni”. Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, commentando durante l’omelia celebrata oggi nella Basilica inferiore di Assisi il brano evangelico dell’incontro di Gesù con i lebbrosi. “Noi sappiamo che anche le opere di Dio non sono Dio”, ha commentato: “potrebbero nascere, da una volontà d’affermazione, potrebbero appesantire il nostro cuore tanto da allontanarlo dalla fonte del bene. Per questo l’invocazione dei lebbrosi la sentiamo nostra, e oggi la ripetiamo insieme con umiltà e fiducia: ‘Gesù, maestro, abbi pietà di noi!’”. “È questo il punto del continuo avvio verso la santità – ha assicurato il cardinale – verso quello scatto che ci riscuote da fatiche, ombre, scoramenti che ci vorrebbero rinchiudere in noi stessi e allontanarci gli uni dagli altri”. L’invito ai sacerdoti è ad avere “la fiducia pronta e generosa dei lebbrosi”, che “non chiedono spiegazioni, non fanno obiezioni, non pongono difficoltà né tempo in mezzo. Semplicemente si mettono in cammino là dove Gesù li ha indirizzati. A loro basta la sua parola, e questa fiducia obbediente e pronta esprime una fede efficace e salvatrice: “La tua fede ti ha salvato”.

 
Di qui la necessità di chiedersi: “Dove ci invia il Signore? Noi e i nostri Presbitéri? Quali strade e quali tempi ci indica per essere continuamente rinnovati nel sacerdozio, per uscire da noi stessi ed essere pane di casa, dono per la ‘salus animarum’, scopo vibrante della nostra vita?”. “Abbiamo bisogno di Dio”, di “lodarlo e ringraziarlo”, ha esclamato il presidente della Cei: “Ne abbiamo bisogno per gustare la gioia della sua presenza e dei suoi doni. Ne abbiamo bisogno per non diventare grossolani e indifferenti al suo amore; ne abbiamo bisogno per non cadere nel lamento e nel pessimismo, per non fissarci su ciò che manca perdendo di vista ciò che c’è, per non diventare tristi. Ne abbiamo bisogno per vivere la gioia di una vita piena perché persa nell’amore a Cristo, alla Chiesa, all’umanità a cui ci è dato di lavare i piedi”. Per camminare con “gioia seria e serena” ed entrare “con i nostri Sacerdoti e con l’umanità del nostro tempo, il migliore di tutti, perché è quello che Dio ci ha dato”, ha concluso il card. Bagnasco.
 
Fonte Sir: www.agensir.it
 
(mercoledì 12 novembre 2014)
 
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