I SANTI E I DEFUNTI

“Mese che dà a pensare”; “Un ponte fra cielo e terra”; “La lezione di vita dei Santi”; “Riscoprire la memoria”; “Oltre le tombe”… Apertura uguale per quasi tutti i settimanali che scelgono di dedicare editoriale e servizi di approfondimento alle ricorrenze di questi giorni: la solennità di Tutti i Santi (1° novembre) e la commemorazione dei defunti (2 novembre). “Questo mese – osserva Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia) -, che si apre con la solennità di Tutti i Santi e si chiude con le letture liturgiche ‘escatologiche’ dell’ultima settimana del tempo ordinario dopo la solennità di Cristo Re dell’Universo, ci provoca più direttamente a pensare alla fine e all’aldilà, all’altrove e all’assoluto che, fuori dal tempo e dallo spazio, sta oltre questo nostro mondo quotidiano, nell’‘altro mondo’, abitato dai trapassati in una vita ‘nuova’ e ‘differente’”. In questi giorni, dice Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), “sperimentiamo un ponte tra terra e cielo, che unisce il cammino storico dell’uomo all’eternità e alla pienezza della vita in Dio”. In modo particolare è “la chiamata alla santità, qui, oggi e subito, quel ponte che fa sperimentare il cielo sulla terra”. Il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio) ricorda che “i Santi che il 1° novembre la Chiesa celebra non sono a prometterci favole rosa o a farci bei discorsi. Ci insegnano piuttosto il coraggio e la concretezza con cui prendere la nostra vita sul serio. Ci insegnano a credere fermamente che Dio agisce nelle pieghe della storia: basta saperlo ascoltare”. Sul Nuovo Diario Messaggero (Imola) il vescovo della diocesi, monsignor Tommaso Ghirelli, invita a pensare a “quanto abbiamo ricevuto dalle persone che ci hanno preceduto, e pure a quanto è importante la ‘purificazione della memoria’, dal momento che non tutte sono state virtuose né con tutti ci siamo comportati bene. Ci stupiremo constatando come sia imprescindibile il contatto personale anche con chi non è più in vita: contatto che ha bisogno di essere modellato insieme, secondo idee e modalità coerenti, condivise, razionali”. La Fedeltà (Fossano) sottolinea che “sta per iniziare un week-end lungo che ci permette di far visita alle tombe dei nostri cari senza fretta. È bello percorrere i vialetti dei cimiteri ricoperti di foglie ingiallite; un rito che ci dà la sensazione che il tempo rallenti e che si ricostruiscano i legami familiari, quei legami che danno solidità alle nostre radici”. Per Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), è “un momento straordinario in cui rivivono i sentimenti migliori del nostro animo, si risveglia incontenibile la nostalgia del passato e insieme si accende il desiderio struggente di ritrovare di nuovo, senza l’assillo del tempo che fugge, ‘quei che amano e amo’, di riascoltarli di nuovo, di rivedere il loro volto, di rigustare sensibilmente il loro affetto e poter dire loro tutto quello che non siamo riusciti a dire quando erano ancora in vita”. Probabilmente le prossime saranno giornate in cui riemergerà “la paura” e “il senso di rifiuto della morte”. Per questo, Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì), spiega che “questo enigma della condizione umana, in Gesù di Nazaret, morto e risorto, ha visto un esito che sa di mistero e di speranza. Non siamo abbandonati al buio e al baratro, siamo presi per mano da Colui che ha vinto la morte. E in Lui, pregando, amando, soffrendo, ritroviamo i nostri cari che già lo vedono ‘faccia a faccia’”. Concorda Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita (Cosenza-Bisignano): “I cristiani sanno vivere ma soprattutto sanno ben morire. É l’incontro con ‘sorella’ morte che si celebra in quella Pasqua (passaggio) inaugurata da Cri…

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