La crisi e i suoi effetti continuano a tenere banco sui giornali Fisc. La Voce dei Berici (Vicenza) rilancia la nota Sir a firma di Nicola Salvagnin, sul più agghiacciante tra i dati forniti recentemente dallIstat: di 4,8 milioni ditaliani poveri, un milione è composto da minori. LIstat, si legge nel fondo, fotografa, certifica quel che già le Caritas sparse sul territorio segnalano da tempo: la crisi è drammatica, la richiesta daiuto è in continua crescita, in quei 4,8 milioni ditaliani ve ne sono molti che hanno addirittura problemi alimentari. Per Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), pare saltato ogni criterio di giustizia sociale, non di stato assistenziale ma di equa distribuzione del reddito. Il Biellese (Biella) fotografa la situazione di crisi del territorio con laddio allatteso progetto di collegamento autostradale e un nuovo atto della fuga delle multinazionali americane (prima la Coca Cola e ora forse anche la Mondoffice). Di segno opposto i dati riportati dal Corriere Eusebiano (Vercelli): Le aziende sono aumentate di uno +0,19%: percentuale risicata, ma anche segnale che apre alla speranza. La Vita Cattolica (Udine) pubblica i dati del rapporto Caritas sulla povertà in Friuli Venezia Giulia nel 2012 da cui emerge che la povertà è in aumento, ma a volte le persone sono così a disagio che perdono anche la forza di chiedere aiuto. E magari si adattano a vivere da poveri. Gianpiero Moret, direttore dellAzione (Vittorio Veneto), parla di uno degli effetti della crisi: la distruzione della classe media. Per ricostituire questa componente sociale – secondo Moret – è necessario rigenerare una falda più profonda che la crisi ha prosciugato. È la falda delle energie vitali. Da qui limportanza dei maestri e degli educatori. In particolare, si legge sulla Guida (Cuneo), se fanno luce sulla nostra interiorità, se i loro insegnamenti consentono di scendere più in profondità, se riattivano risorse, possedute ma non utilizzate.