GIUSEPPE CACCIAMI
Un messaggio per l’oggi

Il 17 marzo 2012 moriva mons. Giuseppe Cacciami. Ideatore e primo presidente dell’agenzia Sir, tra i “padri” della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), di cui è stato presidente dal 1981 al 1986, “sacerdote dalla penna sottile”, “ricercatore appassionato”, giornalista a tutto tondo. Sabato 16 marzo, primo anniversario della morte, è stato ricordato nella sua città d’adozione, Verbania Intra, con una messa celebrata nella basilica di San Vittore con la partecipazione dei famigliari, degli amici e di quanti lo avevano conosciuto e stimato. Nella serata del 16 marzo a “Il Chiostro” è stato rappresentato il “Processo a Gesù” di Diego Fabbri, un’ opera teatrale che mons. Cacciami amava molto anche perché vi trovava un forte stimolo alla ricerca e al racconto della verità.
 
Il legame con la “sua” diocesi. Nato a Grignasco (No) il 5 settembre 1924, ordinato sacerdote il 28 giugno 1947, don Giuseppe Cacciami arriva a Verbania nel 1953 come vicerettore della Famiglia “Studenti di Intra”, una struttura di ospitalità per giovani che don Giuseppe trasformerà ne “Il Chiostro”, centro pastorale ma anche luogo di accoglienza per anziani e per gruppi, ristorante per lavoratori, ancora oggi punto di riferimento della città e riconosciuto centro di iniziative culturali. Direttore del settimanale diocesano “L’Azione” di Novara, a Verbania don Giuseppe dà vita a “Il Verbano”, testata cattolica tutta dedicata al territorio diocesano che si affaccia sul Lago Maggiore. Quel legame particolare con la sua terra d’adozione, con la parrocchia e la sua gente, è stato tracciato dal parroco di San Vittore di Intra, don Claudio Leonardi, che con mons. Fausto Cossalter, vicario generale della diocesi di Novara, ha celebrato il 16 marzo la messa in suffragio di don Cacciami. “Egli – ha ricordato don Leonardi – grazie anche ai suoi frequenti contatti con altre realtà, anche straniere, percepiva che a Verbania si presentavano, con qualche anno di anticipo, problemi e tematiche che poi sarebbero divenuti di tutti. Di fronte a questo – ha continuato il sacerdote – egli non era certo testimone né disarmato né passivo ma ricercatore appassionato, di nuove soluzioni, di nuovi stili di presenza, di nuovi modi di incontrare l’uomo di oggi, senza nessun senso di inferiorità”. Canonico onorario della basilica, don Giuseppe è stato soprattutto “penna del giornalismo cattolico per contribuire – come ha precisato don Leonardi – a offrire a tutti una lettura attenta, profonda e non ideologica della realtà in cui siamo inseriti”.
 
Da Intra al mondo. “Il territorio per lui non era una semplice espressione geografica ma il ‘luogo’ in cui nascevano pensieri e scelte grandi, era il ‘luogo’ in cui egli amava ascoltare e raccontare la gente con la sua fede pensata, vissuta e operosa”. Così, alla fine della messa del 16 marzo, Paolo Bustaffa, intervenuto anche a nome di Francesco Zanotti, presidente della Fisc e di mons. Vicenzo Rini presidente del CdA del Sir, ha tracciato un ricordo del giornalista e del prete. “Don Giuseppe, ha raccontato sempre con l’intelligenza del cuore il suo territorio e la sua gente e con la stessa intelligenza ha raccontato il nostro Paese, la nostra Europa, il nostro mondo”. Dal servizio per la sua diocesi agli impegni nazionali con la Fisc, con il Sir o con “Avvenire”, fino alla missione in Europa e nel mondo come membro dell’Union catholique internationale de la presse, don Cacciami percorreva “questi diversi sentieri”, ha ricordato Bustaffa, “avendo nella mente tre parole che il 16 marzo, abbiamo sentito richiamare da Papa Francesco nel discorso ai giornalisti: verità, bontà e bellezza”. Ricordare mons. Cacciami, ha evidenziato Bustaffa, significa quindi “raccogliere il suo appello, che è l’appello della Chiesa, rilanciato sabato 16 marzo dal papa, di stare con amore nella cronaca e nella storia, soprattutto nella cron…

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