L’ULTIMO GIORNO
Tutto nuovo e straordinario

Il commiato con i 144 cardinali nella Sala Clementina. L’atto di sottomissione al futuro Papa. L’amicizia con i confratelli e il ”pensiero semplice” di Romano Guardini: ”La Chiesa non è un’istituzione escogitata e costruita a tavolino, ma una realtà vivente”. Le ultime parole: ”Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio su questa terra”.

 
Minuto per minuto, ecco la cronaca dell’ultimo giorno del Pontificato di Benedetto XVI. Nel corso della giornata è stato possibile seguire, anche attraverso il collegamento streaming sul sito del Sir, reso possibile dal Centro Televisivo Vaticano e dalla Radio Vaticana, tutti i movimenti e gli ultimi atti del Papa, sino al suo arrivo a Castel Gandolfo. Poi il saluto ai fedeli della diocesi di Albano, la chiusura del portone della Villa pontificia e la svestizione delle Guardie Svizzere che lasciano il posto alla Gendarmeria Vaticana.
 
Ore 20 – Con puntualità tedesca, il portone delle Ville Pontificie si chiude. Le Guardie Svizzere, finora custodi del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, lasciano il compito di vegliare sulla sicurezza di Benedetto XVI alla Gendarmeria Vaticana. Anche questa è una novità assoluta di una conclusione inedita di un Pontificato, sancita dalla cerimonia simbolica della chiusura del portone e dalla svestizione dell’abito tradizionale di quelli che sono stati per secoli, e che continueranno a essere, gli “angeli custodi” del nuovo Papa, e che torneranno a Roma questa sera in abiti, per così dire, borghesi. Il cortile antistante è gremito di gente in attesa, di fotografi e cameramen. Nella parrocchia di Castel Gandolfo, una donna s’inginocchia in preghiera. Nessuno di loro vuole lasciare solo “il suo Papa”, nel momento del congedo finale. Poco prima, era stato il Papa a ringraziarli uno per uno. Famiglie con bambini in braccio, tanti giovani.
“Viva il Papa”, quasi urla la folla alla chiusura del portone. È la fine ufficiale del pontificato di Benedetto XVI, che non governa più “la barca di Pietro”. Da ora inizia il periodo della Sede Vacante, che condurrà al Conclave per l’elezione del nuovo Pontefice, e il governo della Chiesa passa nelle mani del Collegio dei cardinali. Gli amici del Papa, come li ha chiamati ancora una volta questa mattina, congedandosi da loro uno per uno, dopo avergli rivolto un ultimo discorso.
Rivolgendosi ai cardinali, durante il Concistoro del 18 febbraio dell’anno scorso, il Papa aveva loro ricordato il “delicato compito” che consiste nell’essere “chiamati a considerare e valutare le vicende, i problemi e i criteri pastorali che toccano la missione di tutta la Chiesa”. E aveva indicato loro il “servizio dell’amore”, amore per Dio, amore per la sua Chiesa, amore per i fratelli “con dedizione assoluta e incondizionata”. Servire la Chiesa “con amore e vigore, con la limpidezza e la sapienza dei maestri, con l’energia e la fortezza dei pastori, con la fedeltà e il coraggio dei martiri”. “Il servizio a Dio e ai fratelli, il dono di sé: questa è la logica che la fede autentica imprime e sviluppa nel nostro vissuto quotidiano e che non è invece lo stile mondano del potere e della gloria”. Ieri come oggi, è questo il viatico del Papa per il Collegio cardinalizio, chiamati a designare il nuovo Pontefice in fedeltà totale e nella responsabilità verso gli uomini. Le due logiche, quella del mondo e quella di Dio, “dominio e servizio, egoismo e altruismo, possesso e dono, interesse e gratuità”, le aveva sintetizzate Benedetto XVI poco più di un anno fa.
Questa mattina, nella Sala Clementina, il Papa aveva già idealmente e concretamente passato le consegne al suo successore. Ora, la sua vita è un’altra, ma lui continuerà a essere “Papa emerito” per sempre. Da pellegrino nella sua ultima parte, terrena, del cammino. “Nascosto al mondo”, con una vita dedicata alla preghiera e allo studio. A vivere in pienezza…

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