IL DIRITTO – DOVERE DI PARTECIPARE

“Partecipare si deve”. Prendono spunto dalle parole del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, all’ultimo Consiglio episcopale permanente, gli editoriali dedicati alle elezioni politiche del 24-25 febbraio. “Partecipare – aveva detto il cardinale – è dovere irrevocabile, specie se si pretende di inserire questa prossima scelta in un quadro più maturo che coinvolga nei debiti modi l’intera vita civile”. Ed è questa la “chiave di lettura” che accomuna tutti i settimanali. “Partecipare – afferma Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita (Cosenza-Bisignano) – è un diritto-dovere irrevocabile. (…) È bene fare una scelta ponderata per il futuro del Paese. Partecipiamo con saggezza alla scelta”. Per Andrea Fagioli, direttore di Toscana Oggi (settimanale regionale), “resta importante andare a votare. La partecipazione prima di tutto. E la scelta non può essere emotiva. I valori di cui come cattolici siamo portatori hanno una valenza sociale, contribuiscono cioè alla costruzione della società, al bene comune. Per questo dobbiamo essere ben rappresentati in Parlamento”. L’importanza di recarsi alle urne viene sottolineata anche da Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano). “Senza lasciarsi prendere dallo scetticismo o dall’antipolitica – scrive Avagnina -, c’è da scendere (o salire) in campo democraticamente per far pesare la propria opinione col voto, magari dimostrando, da cittadini, di avere una marcia in più degli stessi politici”. Ettore De Faveri, direttore della Valsusa (Susa), si rivolge agli elettori: “Chi vota pensi solo a questo: come posso aiutare il mio Paese a uscire dalla crisi? Sì, proprio come nelle elezioni di cinque anni fa (anzi, direi di più di allora) serve un voto per il ‘nostro’ Paese”. Dalla Voce dell’Jonio (Acireale) giunge l’appello: “Andiamo a votare! Continuiamo a stare vicino agli eletti! Vigiliamo sul loro operato! Consigliamoli, ove sappiamo! Sosteniamoli, ove condividiamo! Richiamiamoli, ove occorre! Denunciamoli, quando è giusto farlo! Concorriamo tutti a farla come la sogniamo, questa nostra bella Repubblica!”. La Voce del Popolo (Torino) parla di “dovere della responsabilità”: “Non si può, non si deve pensare che le elezioni, la conduzione di questo Paese siano un problema che viene delegato a ‘qualcun altro’: senza partecipazione, senza conoscenza e impegno diretto, non siamo pienamente cittadini”. Per il Ticino (Pavia), “la partecipazione alle elezioni è l’occasione immediata per il credente di assumersi le proprie responsabilità per porre le premesse per la costruzione di una nuova società in cui torni a essere bello vivere”. Beatrice Testadiferro, direttrice della Voce della Vallesina (Jesi), invita a non cedere alla “tentazione di chiamarsi fuori dalla competizione, di non recarsi alle urne o magari di votare scheda bianca o di annullarla. Dobbiamo invece trovare in noi stessi nuove motivazioni per sentirci cittadini di questa nazione e di amare questa Italia nella quale viviamo”. Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), ricorda che “chi va a votare – ci auguriamo tutti gli aventi diritto! – pone a pieno titolo la sua pietra nella costruzione della ‘casa Italia’ in cui tutti desideriamo abitare dignitosamente da veri cittadini”. Bisogna “andare a votare con la speranza che le cose cambino in meglio”, aggiunge Pier Giovanni Trossero, direttore dell’Eco del Chisone (Pinerolo). “Non agiamo per istinto, rabbia e disgusto – rimarca Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia) -. Sarebbe troppo facile. Diamo un voto che sia utile a costruire…

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