GIORNATA DEL MALATO

È dedicata alla Giornata mondiale del malato la riflessione di mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, sul settimanale Il Ticino: “L’esperienza della malattia pone interrogativi all’uomo sul significato della sua vita; la sofferenza fisica sembra negare quella promessa di bene che viene offerta ad ogni uomo che viene al mondo”. In effetti, “Gesù ci dice che la malattia è qualcosa da guarire, da togliere; il nostro compito, pertanto, è quello di vincerla. La liberazione dal male ­ come si vede nei miracoli che Gesù ha fatto – è segno che il Regno di Dio è già in mezzo a noi. Tuttavia, se Gesù non ha guarito tutti gli ammalati, ciò significa che non solo la vittoria sulla malattia è segno del Regno, ma anche la sofferenza”.
“La vera ‘cultura della vita’ difficilmente potrà essere capita e portata avanti come progetto dal credente e dal non credente. È il punto di partenza che condiziona tutto il cammino culturale che ne consegue. Il ‘credente’ sa che la vita è ‘donata’ da Dio, il “non credente” cerca quale possa essere l’origine della vita”. Questo il punto di vista di Emilio Pastormerlo, direttore dell’Araldo Lomellino (Vigevano), per il quale comunque “si possono e si devono certamente trovare spazi e punti di incontri tra le diverse culture, soprattutto quando al centro c’è il bene della persona”.
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