CRISI, GIOCO, LAVORO

Si occupa di crisi e del vizio del gioco Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Libertà (Fossano): “Dobbiamo ritrovare le coordinate di una solidità comportamentale che sa anche di intelligenza e di saggezza. Abbiamo giustamente bersagliato una certa finanza internazionale che ha pensato di creare reddito facendo uscire denaro da denaro, camminando sui trampoli e sul… vuoto, fino a precipitare e a far precipitare. E, dal basso, insulsamente si continua ad affidarsi ad una fortuna che non arriva quasi mai, impoverendo chi ci prova e ci riprova”.

“La noia verso qualsiasi ideale che non sia quello del divertimento ad ogni costo, fine a se stesso, caratterizza gli uomini di questo tempo e per quanto si cerchi di motivare un impegno di qualsiasi natura, la risposta è quasi sempre tiepida, magari entusiastica all’inizio, ma subito abbandonata successivamente”, denuncia Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina). “Nel tradizionale pensiero sociale della Chiesa c’è un capitolo della massima importanza”, ricorda Giordano Frosini, direttore di Vita (Pistoia): “Si tratta della partecipazione dei lavoratori alla gestione o ai profitti delle imprese. Una conclusione quasi logica del principio della superiorità del lavoro rispetto al capitale e della concezione personalistica di ogni attività umana”. Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto), riflette sulle “tante difficoltà che debbono affrontare quotidianamente tante nostre famiglie, tanti giovani e tanti lavoratori precari. A costoro si rivolgono le attenzioni del nostro giornale che ancora una volta vuole ‘accendere le luci’ sulla vita buona del Vangelo e sulle tante opere di solidarietà presenti nella nostra Chiesa locale. Opere che non vogliono essere ‘solo forme di aiuto, ma un modo di vivere alternativo’”.

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