IL CROLLO A POMPEI

Il crollo della casa dei gladiatori a Pompei, “ultimo segnale della situazione drammatica nella quale si trovano molti dei beni culturali del nostro Paese” è al centro della riflessione di Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina), che ricorda come ora si tenti “di correre ai ripari con finanziamenti straordinari per cercare di ricostruirla recuperando le macerie”, avvallando “la solita politica dell’emergenza”. “Il Paese sembra popolato d’irresponsabili”, rincara Nicola Paparella, direttore dell’Ora del Salento (Lecce), ritenendo che “qualche operazione di pulizia si debba pur compiere, senza aspettare che a porre rimedio sia sempre e soltanto la magistratura”. Per il direttore della Vita Cattolica (Cremona), Vincenzo Rini, “questi crolli strutturali – che non sono principalmente opera del caso o degli eventi atmosferici, ma dell’incuria e della mancata programmazione – possono essere intesi come immagine (‘icona’ si dice oggi) di molte altre cose che crollano. La crisi economica ha fatto crollare l’occupazione, fa cedere giorno dopo giorno molte certezze, tra cui la voglia di sposarsi e di mettere al mondo dei figli. E crolla la fiducia, come cede la speranza. Ne consegue che in molti, troppi italiani, crolla anche la stima verso la politica, dando spazio a disinteresse, disimpegno, allontanamento dalla politica stessa”.
Condividi