GLI ORIENTAMENTI PASTORALI DELLA CEI

Parla degli “Orientamenti pastorali” Cei del prossimo decennio, “Educare alla vita buona del Vangelo”, Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto): “Si percepisce che lo sguardo dei vescovi non si ferma certo alle sole esperienze ecclesiali, ma spazia sulla società italiana, auspicando la convergenza di tutte le componenti della società sulla realtà della educazione, un serio sostegno alla famiglia, che appare sola, inadeguata e per di più contrastata dall’ambiente culturale generale”. Per questo, “le parole dei vescovi sembrano andare oltre i confini dell’azione intraecclesiale e costituiscono un messaggio di fiducia alla società tutta intera”. “La mossa educativa – sottolinea La Voce Alessandrina(Alessandria) – parte dalla consapevolezza di avere qualcosa da condividere, parte dalla certezza, umile e discreta, di avere una gioia da partecipare, ‘una vita buona’ a cui introdurre. In ciò i nostri vescovi raccolgono la sfida, certamente temeraria se non fossero abilitati dalla chiamata di Cristo e dalla missione loro affidata, nella coscienza che il Vangelo è portatore di una novità umana, di una pienezza umana, di un ‘di più’ umano, che nessuna sapienza solo umana e nessuna forza solo umana possono dare”. Due eventi dei giorni scorsi meritano, per Gavino Leone, direttore della Voce del Logudoro (Ozieri), una riflessione: “La strage di cristiani a Bagdad ed il programma della Cei per il prossimo decennio. Sembrano due fatti diversi, eppure sono collegati da un filo comune”. Infatti, “i cristiani morti a Bagdad sono passati dall’ascolto della Parola al martirio. Molti nostri cristiani passano dall’ascolto della Parola all’indifferenza. A Bagdad ha trionfato il coraggio, da noi trionfa l’indifferenza”. “L’‘emergenza educativa’ con cui andiamo a confrontarci sta al centro della questione italiana – e non solo per la Chiesa, che ne fa il tema del cammino per il prossimo decennio. Nel nostro nuovo Medioevo non si trova quasi più traccia di quella ‘educazione comunitaria’ che è il cemento umile, quotidiano con cui viene tenuta insieme una società”, scrive Marco Bonatti, direttore della Voce del Popolo (Torino). Perciò, “il progetto educativo che la Chiesa italiana viene a proporre rischia di essere, in questo nostro contesto, dirompente e scomodo. Speriamo che sia così”. Segno di lungimiranza è anche difendere la famiglia, secondo l’invito dell’Ora del Salento (Lecce): “Dobbiamo rifondare l’immagine sacrale della famiglia e fornire il massimo aiuto a tutti coloro che lavorano per essa. Dobbiamo dare una mano non soltanto ai giovani che si preparano al matrimonio, ma anche agli sposi, ai genitori che educano i figlioli, ai giovani, agli anziani, alla rete delle famiglie che si costituiscono di fatto nelle comunità. Sinora la Provvidenza ci ha voluto molto bene, conservandoci la famiglia, pur fra alcune tempeste. Ora dobbiamo dare una mano anche noi, perché la famiglia è il nostro futuro. Ed ha bisogno dell’aiuto di ciascuno di noi”.
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