EMERGENZE UMANITARIE

Analizza le differenze tra Mare Nostrum e Triton Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona): “Mare Nostrum è stata un’iniziativa di solidarietà, Triton si preannuncia come un’iniziativa di autodifesa. La differenza non è insignificante. L’iniziativa italiana che ora va a finire si spingeva fin quasi alle coste libiche per salvare” vite umane; quella europea “si spingerà non oltre le trenta miglia dalle coste italiane”. Comunque, l’iniziativa europea “appare come un primo passo dell’Ue per prendersi carico di una delle più gravi emergenze del nostro tempo”. Di drammi umanitari scrive Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano), a partire da ebola: “La comunità internazionale e i singoli stati non possono far finta di nulla o semplicemente rispedire al mittente. Ma c’è un altro male che miete vittime ogni giorno, con un numeri molto più alti dell’ebola. Non è un virus. È la fame nel mondo, in una grande parte di mondo. Non ne parliamo più e difficilmente in una settimana di telegiornali, quotidiani e riviste, trova un posto nella cronaca”. Una riflessione sulla condizione di vita dei rom sull’Eco del Chisone (Pinerolo), a partire dall’incendio divampato al campo nomadi di Nichelino: “I campi nomadi rappresentano il fallimento delle politiche di integrazione che più o meno convintamente sono state portate avanti dalle istituzioni. Politiche che dovrebbero partire da un assunto imprescindibile: il rispetto delle regole”. “Vivere in questo tempo è una sfida, e richiede scelte consapevoli e determinate, ma richiede innanzitutto che ci interroghiamo sulla nostra personale estraneità. Siamo responsabili anche noi? In che misura ci impegniamo individualmente per cambiare il corso degli eventi?”, si chiede Giuseppe Lombardo, direttore di Cammino (Siracusa).

 

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