8xMILLE
L’IMPEGNO DELLA CHIESA ITALIANA IN LIBANO

(da Beirut) E’ partito dal 20 (fino al 24) dalla capitale Beirut, la visita in Libano di un gruppo di giornalisti di testate diocesane appartenenti alla Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc). Cinque giorni durante i quali i partecipanti, risultati vincitori del concorso “8xmille Senza Frontiere”, promosso dalla Fisc e dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica della Cei, conosceranno progetti e interventi realizzati nel Paese dei Cedri grazie ai fondi dell’8xmille. Dal 2013 ad oggi, dichiara al Sir don Leonardo Di Mauro, responsabile del Servizio Cei per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo, la Chiesa italiana ha finanziato 17 progetti per oltre 5,6 milioni di euro. “I campi di intervento – afferma – spaziano dall’educazione alla sanità, dal campo della promozione umana e sociale a quello dell’accoglienza dei rifugiati, siriani e non, fino all’agricoltura”. In Libano il gruppo di giornalisti visionerà alcuni dei progetti finanziati dalla Cei, in particolare quello nella città di Aintoura-Keserouan (diocesi di Sarba) dove il Sesobel (Service social pour le bien-etre de l’enfant Liban) ha attivato un programma di sviluppo per bambini autistici da 0 a 6 anni. A Baalbeck (nella omonima diocesi) la visita riguarderà, invece, un progetto partito già da qualche anno che prevede la costruzione di 16 laghetti artificiali che una volta completati porteranno benefici ai 45mila abitanti dei 23 villaggi circostanti che avranno in tal modo acqua per produzione agricola (uva, vino, frutta…) come alternativa alla cultura della droga molto diffusa nella zona. Non mancherà un incontro con esponenti di Caritas Libano, a Beirut, impegnati nel dare assistenza umanitaria a famiglie cristiane rifugiate. Anche in questo caso viene richiesto un aiuto alla Chiesa italiana per un programma di intervento di sei mesi. “Queste visite sono molto importanti e la presenza dei giornalisti dei settimanali cattolici – sottolinea don Di Mauro – serve a far conoscere alle nostre Chiese locali le realtà che sosteniamo con i fondi dell’8×1000. Quindi raccontare il bene e raccontarlo bene, con la speranza che le nostre diocesi siano ulteriormente stimolate a promuovere solidarietà e vicinanza a chi è nel bisogno”. Perché, ribadisce il direttore del Servizio Cei “finanziamo programmi e progetti non per aiutarli a casa loro. Affermarlo significa solo scaricare il problema. Nessuno deve essere costretto a stare in un posto dove non può vivere una vita dignitosa o dove c’è violenza. Nello stesso tempo ognuno ha il diritto di muoversi perché la terra è di tutti”. È lo spirito della campagna Cei, “Liberi di partire, liberi di restare”, il cui tema centrale, conclude don Di Mauro, è “il diritto alla libertà, presupposto fondamentale per la pace e la giustizia. I nostri progetti vanno in questa direzione: aiutare le persone a migliorare le loro condizioni di vita e a realizzare le condizioni necessarie per sentirsi liberi di restare o di partire”.
 
Fonte Sir: www.agensir.it
(mercoledì 22 novembre 2017)
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