Roma, 26 novembre 2015 Io, laico, ho vacillato più volte. Facendo questo film molte delle mie idee si sono trasformate. Tutto è passato più attraverso il cuore che la testa. Lo ha detto il regista del film Chiamatemi Francesco, Daniele Luchetti, in unintervista a Effetto Notte, il rotocalco di informazione cinematografica di Tv2000 condotto da Fabio Falzone in onda domani alle 23.25 e domenica alle 23.30.
Un film che racconta unampia parte della vita di Jorge Mario Bergoglio, dalla dittatura militare argentina allesperienza con i poveri del Barrio 31 di Buenos Aires, fino allelezione a Pontefice. Luchetti spiega e ripercorre il film con clip esclusive e immagini dal set.
Ho trovato delle persone eccezionali ha aggiunto Luchetti – sia tra i preti di strada che tra i vescovi di Buenos Aires: mi hanno fatto capire come in certi momenti lidea di far bene generi allegria e gioia.
Io stesso ha proseguito il regista – quando sono stato in queste periferie, in queste favelas dellArgentina chiamate le vicias, cioè le ville, ho ricevuto qualcosa di enorme. Entri dentro queste favelas e la prima cosa che vedi sono bambini che giocano in strada che ti sorridono, ti abbracciano e pensi che bello, poi osservi meglio e capisci che non sono a scuola, che spesso sono stati abbandonati, in alcuni casi abusati. E un abuso anche labbandono scolastico: chi si occupa di questo? Si occupa in prima linea la Chiesa.
Questa realtà, ha sottolineato Luchetti, la conoscevo ma non lavevo mai toccata con mano, quando la vedi di persona è unaltra cosa. Quando entri in parrocchie dove si piangono le vittime della criminalità o i morti della dittatura e nel cortile ci sono ragazzi che si baciano e vivono come dovrebbero vivere degli adolescenti normali, capisci che sono in una zona protetta che li accoglie. E questo è merito della Chiesa.
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