A GAZA E IN TERRA SANTA, IL CRISTIANESIMO SI INCARNA E NON SI PREDICA

Non è stato solo un pellegrinaggio ai luoghi santi della vita di Cristo, ma anche un viaggio dentro le pietre vive che ancora oggi li abitano. Si è chiusa il 20 novembre, a Betlemme, con una messa alla grotta della Natività, la visita della delegazione di giornalisti della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) in Terra Santa e a Gaza, organizzata con il Servizio Cei per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo, nell’ambito dell’iniziativa “8×1000 senza frontiere”
 
Non è stato solo un pellegrinaggio ai luoghi santi della vita di Cristo, ma anche un viaggio dentro le pietre vive che ancora oggi li abitano. Si è chiusa questa mattina (dal 16 novembre), a Betlemme, con una messa alla grotta della Natività, la visita della delegazione di giornalisti della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) in Terra Santa e a Gaza, organizzata con il Servizio Cei per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo, nell’ambito dell’iniziativa “8×1000 senza frontiere”. Da Gerusalemme a Betlemme, passando per la Striscia di Gaza, dal Sepolcro, al Getsemani, dalla Natività al Calvario, i 10 partecipanti, guidati dal presidente della Fisc, Francesco Zanotti e dal responsabile del già citato ufficio Cei, don Leonardo Di Mauro, hanno potuto conoscere da vicino anche alcune opere di solidarietà finanziate dalla Chiesa italiana.
 
Formazione e sviluppo. Grazie ai fondi dell’8×1000, sono una dozzina i progetti in corso dal 2013 in Terra Santa. Il loro scopo, spiega don Leonardo Di Mauro, “è promuovere, in collaborazione con il Patriarcato latino di Gerusalemme e con la Custodia di Terra Santa, la formazione e lo sviluppo, in modo particolare dei bambini e dei giovani”. Come avviene nella scuola cattolica della “Sacra Famiglia” di Gaza, dove la Cei ha finanziato, tra le varie cose, la ricostruzione di un salone multidisciplinare, distrutto nel 2014 durante la guerra. 647 studenti, di cui solo 72 cristiani, che studiano imparando a convivere al di là delle differenze e delle difficoltà legate alle guerre, 3 negli ultimi 9 anni, e al blocco israeliano. “Resistiamo studiando – hanno detto alcuni di loro ai giornalisti della Fisc – vogliamo continuare a sognare un Paese diverso. Non vogliamo diventare dei terroristi”. “La Chiesa italiana, grazie all’8×1000 e alla fiducia che gli italiani hanno verso di lei, riesce ad essere  vicina a tutti i Paesi poveri e anche alla Terra Santa. Aiutare i giovani a studiare è importante. Vedere le opere realizzate con i fondi dell’8×1000 rappresenta un incentivo per andare avanti su questa strada” sottolinea don Di Mauro. La delegazione Fisc-Cei ha fatto visita all’Istituto audiofonetico “Effetà Paolo VI”, alla scuola professionale salesiana, quella femminile “Terra Santa”, nella quale è attivo il progetto di sviluppo femminile “Women enpowerment”, al centro di assistenza anziani di St. Anthony e a quello giovanile “Papa Francesco”.
 
Una presenza che si fa sentire. “Abbiamo fatto gli incontri che uno non si aspetta – commenta il presidente della Fisc, Francesco Zanotti -, a Gaza la minuscola comunità cattolica, nemmeno 200 fedeli su oltre un milione e mezzo di abitanti, è un segno tangibile di una speranza in atto. In mezzo alle macerie, alla fame, alla miseria, i seguaci di Cristo operano nel silenzio accanto a questi ultimi degli ultimi”. Chiaro il riferimento al parroco don Mario Da Silva, alle religiose che lo aiutano e alle suore di madre Teresa di Calcutta che si prendono cura di 42 bambini disabili, tutti musulmani. “A Gaza il cristianesimo si incarna, non si predica. E questa testimonianza – dice Zanotti – ci scuote”. Anche don Bruno Cescon, direttore del settimanale diocesano di Pordenone ‘Il Popolo’ e vice presidente della Fisc, ricorda “l’azione di sacerdoti, lai…

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