STAMPA CATTOLICA, VOCE VIVA

Se c’è una cosa cui i settimanali cattolici non possono rinunciare quella è la propria identità, quel ‘marchio’ autorevole che li rende riconoscibili nel panorama dei media e che ne garantisce il futuro oltre le insidie della crisi. Ne sono convinti i giornalisti e i direttori delle testate aderenti alla Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) che nei giorni scorsi hanno fatto dell’Aquila – laboratorio di ricostruzione a cielo aperto dopo il sisma del 2009 – il proprio ‘cenacolo’ dal quale gettare uno sguardo al futuro. Nel capoluogo abruzzese poco meno di 200 delegati della Fisc si sono dati appuntamento per il convegno nazionale dedicato al tema «L’Italia da riprogettare e preservare nella storia». Al di là delle tavole rotonde e delle relazioni, l’incontro è stato anche occasione per mettere in circolo idee e per parlare chiaramente delle maggiori sfide che attendono le testate locali.

 
Da Nord a Sud tutti sottolineano che il primo e fondamentale compito che attende questi giornali è la «ricalibrazione delle risorse » anche davanti alle nuove esigenze imposte da Internet. «A Trento – racconta Diego Andreatta, di Vita Trentina – stiamo cercando di rispondere alla necessità di alimentare il sito dell’informazione diocesana con le risorse a disposizione». Una sfida da coniugare con un mandato ben chiaro, secondo il direttore del settimanale trentino, Marco Zeni: «Dobbiamo continuare a parlare alla gente, facendoci capire e ascoltando le loro esigenze». Una cosa è certa: sono tanti gli ostacoli che in questo momento i giornali locali trovano sulla propria strada anche per i propri bilanci, a partire da un sostegno sempre minore da parte delle amministrazioni pubbliche. «Tra i capitoli più delicati – dice Lauro Paoletto, direttore de La Voce dei Berici di Vicenza – c’è quello della pubblicità: il suo valore diminuisce, ma non è giusto svenderla, perché c’è in gioco anche la dignità del nostro lavoro».
Per tutti la strada da percorrere è quella del radicamento sempre maggiore nel territorio, coltivando appunto la propria identità ecclesiale. A Mazara del Vallo, ad esempio, Max Firreri, il direttore di Condividere, quindicinale diocesano, parla di «un grosso sforzo di rilancio della testata anche grazie al coinvolgimento delle realtà presenti in diocesi, in grado di offrire un loro sguardo prezioso sulla realtà che ci circonda». Un esempio virtuoso di lavoro comunitario, che si affianca a quello de L’Amico del Popolo, settimanale di Agrigento: «Abbiamo sempre cercato di camminare con le nostre gambe – racconta Marilisa Della Monica, giornalista della testata locale siciliana – e questo ci ha dato forza anche davanti alla crisi». Nessuno degli operatori dei settimanali, insomma, si nasconde le difficoltà, ma la consapevolezza di essere voce delle comunità dà la base per guardare con orgoglio anche al futuro.
 
 
Intervista al presidente Zanotti
 
Radicati nel territorio con lo sguardo su «tutto l’umano» per essere un contributo concreto alla democrazia del nostro Paese: è questo il mandato che Francesco Zanotti, presidente della Fisc, affida alle testate cattoliche locali al termine del Convegno nazionale svoltosi all’Aquila.
 
Che messaggio lascia l’evento in Abruzzo?
L’essere ospiti all’Aquila, in una terra ferita dal sisma sulla via della rinascita, ci ha spinto a metterci soprattutto in ascolto e a vivere il nostro mestiere come un contributo al cammino di ‘risurrezione’ di tutto il nostro Paese. In questi giorni abbiamo toccato con mano la volontà della comunità cristiana di essere viva e presente come Chiesa viva in mezzo alle case degli uomini. Per i settimanali cattolici questi tre giorni in Abruzzo sono stati una preziosa scuola, che ci ha confermati nel nostro cammino di servizio al fianco degli uomini. L’immagine per i media cattolici che mi piace usare è quell…

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