LA CHIESA ITALIANA CON LA PREGHIERA
A FIANCO DEI MARTIRI

Le persecuzioni verso i cristiani, che con la loro “barbara e studiata crudeltà” sono il frutto di “strategie folli e sanguinarie che portano indietro l’orologio della storia”. Il malcostume e il malaffare, che “sembrano diventati un regime talmente ramificato da essere intoccabile”. Si muove tra questi due ampi crinali la prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, al Consiglio permanente dei vescovi italiani, in corso a Roma fino a mercoledì. “Invocare il nome di Dio per tagliare le gole è una bestemmia che grida al cospetto del cielo e della terra”, ma “non sarà di certo una macabra bandiera nera issata al posto di un crocifisso divelto che potrà uccidere l’amore di Cristo”, come insegna Papa Francesco e la sua decisione senza precedenti di indire un Giubileo della misericordia. L’Italia ha bisogno di una “buona politica”, perché la gente “invoca lavoro”, e l’Europa deve fare “un serio esame di coscienza” sui suoi figli che si arruolano negli squadroni della morte, ma anche al cospetto delle tragedie del mare che continuano ad insanguinare il Mediterraneo. Ci vuole una “casa comune”: anche per l’umano, minacciato dalla teoria del gender, che attraverso “una manipolazione da laboratorio” vuole creare “individui fluidi per una società fluida e debole”.
 
Giubileo “lieta sorpresa” e “grande dono”. Il Giubileo della Misericordia è una “lieta sorpresa che il Santo Padre Francesco ha fatto al Popolo di Dio”, per “camminare più spediti e lieti nella via della conversione del cuore e della vita personale ed ecclesiale”. Ne è convinto il cardinale Bagnasco, secondo il quale l’icona evangelica della misericordia è la parabola del Buon Samaritano. “L’esperienza della misericordia divina ci fa uscire, ci fa prendere il largo sulle strade degli altri”, ha detto il presidente della Cei declinato in questa prospettiva le “cinque vie” del prossimo Convegno ecclesiale di Firenze, mutuate dalla “Evangelii gaudium”. Tra gli imperativi più esigenti: dire “no” a una visione “che scarta il debole e lo abbandona al suo destino”.
 
La “barbara crudeltà” e l’orologio della storia. “La ragione, prima ancora che le fedi, non può non condannare tanta barbara e studiata crudeltà contro le minoranze e in particolare contro i cristiani solo perché cristiani. E non può non condannare strategie folli e sanguinarie che portano indietro l’orologio della storia”. Con queste parole Bagnasco ha condannato la persecuzione dei cristiani, che “cresce e si incrudelisce” e di fronte alla quale “non possiamo non rimanere dolorosamente attoniti”, cercando di rispondere ai tanti “perché”. “Invocare il nome di Dio per tagliare le gole è una bestemmia che grida al cospetto del cielo e della terra”, ma “non sarà di certo una macabra bandiera nera issata al posto di un crocifisso divelto che potrà uccidere l’amore di Cristo”, ha esclamato il cardinale ricordando che “il mondo ha il dovere della giustizia e della sicurezza per tutti, ma il cristiano ha nel cuore anche il perdono quando l’ingiustizia tocca la sua carne”.
 
“Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani!”, ha assicurato Bagnasco esortando “ancora una volta l’Europa a un serio esame di coscienza sul fenomeno di occidentali che si arruolano negli squadroni della morte”. “Non si può liquidare la questione sul piano sociologico incolpando la mancanza di lavoro nei vari Paesi”, perché il problema “è innanzitutto di ordine culturale: non si può svuotare una cultura dei propri valori spirituali, morali, antropologici senza che si espongano i cittadini a suggestioni turpi. La cultura occidentale è minacciata da se stessa e favorisce il totalitarismo”. “Noi vescovi del Consiglio Permanente domani faremo un momento particolare di preghiera proprio per i martiri, missionari e laici, di questi tempi – ha annunciato -: a tutti loro vogliam…

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