TERRORISMO ISLAMICO

“Violenze inaccettabili”. È il giudizio che accomuna le diverse riflessioni su quanto sta avvenendo nel Medio Oriente e nel Nord Africa. Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo (Crema), commenta: “Non è possibile accettare che succedano nel mondo violenze del genere!”. “Davanti al terrorismo bestiale, non ci si deve lasciare prendere la mano da reazioni da colpo su colpo. Si deve cercare a più non posso un quadrante di rifermento dignitoso per l’uomo e per le nazioni. Il kalashnikov o il missile non sono le modalità… adeguate per comporre le tensioni e i conflitti. Se così fosse, ritorneremmo dentro la giungla. L’umanità si merita di più, molto di più e di meglio”, sostiene Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì). “Il moltiplicarsi di stragi, attentati e assalti operati da fanatici terroristi islamici in Europa rende di drammatica attualità il profilo degli attentatori: quasi tutti sono giovani appartenenti a famiglie musulmane, nati o cresciuti nel nostro continente, a volte anche di origine europea convertiti alla fede in Allah”, ricorda Andrea Ferri, direttore del Nuovo Diario Messaggero (Imola). È preoccupato Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina) di fronte all’ipotesi di un’invasione dell’Isis anche in Italia: “Le autorità rassicurano: in Italia non c’è pericolo, l’allerta è massimo. Probabilmente sarà così, ma non mi sembra che saremmo in grado di fronteggiare una offensiva armata con le nostre capacità militari”. Vita Nuova (Trieste) ricorda che dai civilissimi Paesi d’oltralpe “provengono migliaia e migliaia di terroristi e assassini: islamici sì, ma nati e cresciuti nelle società europee”. Raffaele Mazzoli, direttore del Nuovo Amico (Pesaro-Fano-Urbino), rammentando che il 30° anniversario del Nuovo Concordato tra Santa Sede e Governo italiano, è caduto “in un momento terribile per la libertà religiosa nel mondo: gruppi di estremisti si fanno scudo della religione islamica” e “per i propri fini uccidono, violentano, schiavizzano persone e popolazioni nel vicino oriente, in Africa spingendosi fino al cuore dell’Europa”, ritiene che “questa drammatica concomitanza deve far riflettere gli europei, freddi e distaccati verso le proprie radici e identità cristiane, incapaci di elaborare una risposta comune nei confronti dell’uso violento della religione praticata da altri”, con l’invito a non lasciare “il vuoto religioso nella propria coscienza e in quella civile, pericolosissimo perché, come ogni vuoto, tende ad essere riempito da altri e di non rimanere inerti di fronte alle vittime di questa immane devastazione”.
 
Condividi