IMMIGRAZIONE

La situazione d’instabilità e terrore in Medio Oriente fa ingrossare il numero dei profughi, che tenta di fuggire, approdando in Italia: “La questione profughi sta diventando uno degli indicatori paradigmatici della nostra civiltà e di quanto la capacità di accoglienza sia ancora uno dei tratti caratterizzanti le nostre comunità. Purtroppo dobbiamo notare che al riguardo tira una brutta aria”, ammette Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza). “Quello dell’immigrazione è un banco di prova cruciale della volontà di vivere veramente in una ‘unione’. Molto di più si può fare anche nel nostro Paese. Invece di gridare istericamente al pericolo e incolparci tra regioni, cerchiamo di trovare soluzioni più praticabili”, afferma Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto). Situazione migliore nell’Astigiano, dove grazie a un’intesa tra Prefettura e Provincia i profughi “presto diventeranno volontari a servizio delle comunità che li hanno accolti”, rammenta la Gazzetta d’Asti (Asti). Una riflessione sull’Europa, in questi frangenti difficili, per Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo): “Si sono accelerati sempre di più fenomeni di emigrazione e di spostamento di folle di persone di tutte le provenienze e nessuno è riuscito, non dico a porre rimedio, ma solo a proporre uno straccio di progetto europeo per salvare la gente in fuga dalla guerra e dalla fame e per difendersi da avventurieri e terroristi”.
 
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