CRONACA

Diversi gli spunti dalla cronaca. La presenza di giovani occidentali non di origine araba o musulmana tra i boia dell’Isis è inquietante, come sottolinea Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona): “Penso che il nostro mondo occidentale debba interrogarsi a fondo su queste scelte, che non possono essere considerate solo colpi di testa di giovani folli, ma segnali di un disagio di cui farsi carico”. Prendendo spunto dall’attentato a Gerusalemme, Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), sostiene: “L’odio crea odio, e la spirale dell’odio è incline ad aumentare, a sedimentarsi magari per un po’ di tempo, in attesa che emerga dalla sua tana per riesplodere in fatti di violenza distruttiva”. Scrivendo a proposito del tentato suicidio di una quattordicenne dopo la pubblicazione di una foto compromettente on line, Pierluigi Sini, direttore della Voce del Logudoro (Ozieri), osserva: “Un uso distorto di questi mezzi di comunicazione può trasformarsi in una tragedia. Colpire una o più persone servendosi di questi sistemi è un atto di cattiveria che non dà lustro ad una società che si considera evoluta e civile”. L’Eco del Chisone (Pinerolo), rincara la dose: “Urleremmo mai degli insulti in una pubblica piazza? Augureremmo mai la morte a qualcuno passeggiando sotto i portici? Sono certo che, per la stragrande maggioranza di noi, la risposta è no. Eppure è quanto avviene, quotidianamente, sui social network”. In realtà, ammette la Guida (Cuneo), “l’incoerenza tra il nostro dire e il nostro fare spesso non l’avvertiamo”. Commentando la vicenda di una coppia di Crema che ha praticato una procreazione mediante l’utero in affitto di una donna in Ucraina e poi il bimbo è stato tolto loro, Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo (Crema), afferma: “Nella nostra cultura sta passando l’idea che ogni desiderio sia un diritto, un diritto che lo Stato deve assecondare, magari con notevoli esborsi, come nel caso della riammessa fecondazione eterologa. Ma perché non succedano più casi del genere è necessario che ci diamo tutti una regolata”. “Sono passati quasi quattro anni da quando l’amministrazione comunale di Livorno, con grande risalto mediatico, istituì il ‘Registro di comunicazione di deposito dei testamenti biologici’”, ricorda Nicola Sangiacomo, vice direttore della Settimana (Livorno), ma “in quasi 1500 giorni si sono iscritti a questo registro” solo “34 cittadini”. Anche il comune di Ruvo, ricorda Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi), “istituisce un registro di raccolta dei testamenti biologici”, ma “una cultura rispettosa dell’uomo può venire solo da una buona educazione che ognuno nel suo ambito deve fare, parlando di vita e di morte, di dolore e di senso, di accanimento terapeutico e di cure palliative”. Dell’abitudine in aumento tra i giovani di sballarsi il sabato sera si occupa Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina): “Conosco ragazzi che, pur tentati dall’assumere comportamenti imitativi nei riguardi dei loro coetanei più disinvolti, hanno dei papà severi, capaci di esigere il rispetto delle regole e di castigare se necessario. È questo il modo vero di amare i propri figli. Oggi più che mai c’è bisogno di padri!”. Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia), ricorda Elena Maria Madama, una ragazza di 26 anni, travolta da un’auto rubata e abbandonata in condizioni disperate sull’asfalto: “Il cuore di Pavia oggi batte per Elena. Siamo tutti accanto al suo letto, all’ospedale Niguarda: vogliamo che possa di nuovo gustarsi la vita e che il sorriso torni a illuminare il suo volto”. La Valsusa (Susa), invece, commenta l’approvazione della delibera sulla nuova organizzazione del sistema ospedaliero del Piemonte: “Adesso lo …

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