POLITICA E BENE COMUNE

“Eletti per essere al servizio” è il monito rivolto alla classe politica, che partendo dalle parole del Papa guida la riflessione delle testate Fisc. “La politica – scrive Giuseppe Lombardo, direttore di Cammino (Siracusa) – dovrebbe pensarsi non confinata in un’impropria e vergognosa logica del potere, in sterili ideologismi ed egoistici personalismi. Ogni politico, attraverso un ripensamento serio e profondo, dovrebbe ritrovare quell’identità cristiana capace di anteporre ‘il potere di servizio’ al ‘potere personale’. Quell’identità cristiana che permette di ritrovare la centralità della responsabilità”. Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano), ritorna sulle parole del Papa: “Chissà come saranno risuonate le parole di Francesco, chissà se saranno riuscite a intaccare la corazza dell’ego di chi essendo eletto si sente prescelto, imbattibile e ha dimenticato che è scelto per essere al servizio e non per farsi servire”. Per Notizie (Carpi), “anche la politica è un luogo da evangelizzare, così come Papa Francesco chiede a ogni fedele di fare con il proprio ambiente di vita. Tanto più ora, in tempi complicati come questo, dove soprattutto i politici sono chiamati a scelte coraggiose e urgenti, per affrontare il mare di problemi che attanaglia e impoverisce la nostra società”. Al riguardo, Matteo Colombo, editorialista del Popolo (Tortona), ribadisce che “la crisi che sta mettendo in ginocchio le famiglie e i lavoratori non è solo finanziaria, ma è una crisi di idee, di generazioni a confronto, di modelli culturali che non sono più efficaci”. Per questo, è importante “sciogliere i nodi” sulle varie riforme. Senza però “passare all’estremo opposto rispetto alla lentezza inconcludente degli anni passati”, avverte Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto). “Chi sogna le riforme perfette o è un illuso oppure in realtà desidera che nulla cambi. Ogni modifica costituzionale è per definizione parziale”, sostiene Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza). Il premier Renzi, evidenzia Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), “ha davanti a sé coriacee strutture – in Italia e in Europa – che deve cercare di scalfire perché la sua azione sia efficace”. Per Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia) occorre “scendere alle cause profonde che hanno determinato e continuano a determinare” ingiustizie e contrasti. “Serve lavorare sodo – dice Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) -, lavorare bene e con occhi attenti al Paese, quello vero, reale, costituito da chi ogni giorno fatica in periferia, nei luoghi lontani dalle stanze del potere”. Salvatore Coccia, direttore dell’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri), suggerisce di “entrare nella giusta dimensione dell’ascolto e del pieno rispetto della dignità della persona umana, ma non a parole, bensì con i fatti”. Per Ettore De Faveri, direttore della Valsusa (Susa), “la domanda di fondo è sempre la stessa: l’Italia va riformata, sì o no?”. E, dopo l’abolizione delle Province, Pier Giovanni Trossero, direttore dell’Eco del Chisone (Pinerolo), si chiede: “Ora chi penserà alla manutenzione delle scuole, alle strade e ai trasporti pubblici?”. In questo triste quadro, ricorda Pierluigi Sini, direttore della Voce del Logudoro (Ozieri), “la Sardegna è una delle regioni con il tasso di disoccupazione più alto e con redditi di povertà che destano forti preoccupazione”. Per Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-San Severino Marche), “l’Italia pu…

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