GENDER, DAT ED ETICA

Alcune questioni di attualità sono al centro degli editoriali della Fisc, come il gender e le Dat. Edoardo Tincani, direttore della Libertà (Reggio Emilia-Guastalla), torna a occuparsi della “teoria del gender”: “I segnali del ‘potere’ della cultura del gender (genere) si moltiplicano dentro e fuori i confini territoriali”. A questo punto, dice Tincani, “non si sa se ridere o se piangere. Nel dubbio, vigiliamo. E denunciamo: è tempo di esprimere il nostro dissenso in modo pacato ma anche fermo e documentato”. Sull’approvazione da parte del Consiglio comunale di Trieste della delibera proposta dalla Giunta sul deposito delle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) riflette Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), a partire dal prevalere del “partito del silenzio” durante il Consiglio: “Se non si recuperano le vere identità si finisce tutti nella stessa palude. Quella delle DAT era una buona occasione. Persa”. E la Vita del Popolo (Treviso) denuncia: “La cultura sta andando più o meno consapevolmente verso l’accoglienza acritica dell’eutanasia, ma le questioni sottostanti sono più complesse e impegnative di quanto si consideri solitamente”. Difficile da digerire anche la confessione della ragazza molfettese che ha raccontato la sua vita tra università, famiglia, messa e prostituzione, come sottolinea Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi): “Ci concediamo troppe libertà che sanno poco di responsabilità e le mimetizziamo con paraventi accomodanti, come se dire che andare all’università, in chiesa e alla nonna liberi la coscienza da responsabilità di fronte al dono della vita e alla capacità di scegliere il Bene, di farsi del bene”.

 
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