LA CRISI, LA DISOCCUPAZIONE E I GIOVANI

Sempre seguendo il percorso tracciato dal cardinale Bagnasco nella sua prolusione, i settimanali diocesani tornano a parlare di crisi, disoccupazione, giovani e lavoro, anche alla luce delle recenti polemiche sugli stipendi d’oro dei manager pubblici. Al riguardo, Pierluigi Sini, direttore della Voce del Logudoro (Ozieri), nota come “dopo decenni di cattiva amministrazione caratterizzata da sprechi, si è finalmente arrivati a capire che è giunto il momento di mettere un freno a quelli che sono i privilegi di persone a capo di aziende pubbliche che percepiscono stipendi da capogiro”. Per Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano (Vercelli), oltre a ridurre gli stipendi bisogna “estirpare dalla pubblica amministrazione e dalle aziende di Stato due mali: intangibilità e irresponsabilità. Tutto il resto è fumo negli occhi o poco più”. Sul tema degli stipendi d’oro, il Ponte (Rimini) pubblica un’anteprima esclusiva di un nuovo volume che raccoglie discorsi di don Oreste Benzi con alcune sue dichiarazioni che, oggi, suonano come profetiche. Argomentando sul “tormentone delle tasse”, Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), richiama alcune “norme elementari di giustizia distributiva che riguardano indifferentemente tutti i cittadini”. Per Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano), “la crisi che morde e continua a creare nuovi poveri deve essere occasione per unire le persone. La divisione, la contrapposizione tra poveri, tra quelli locali e quelli che arrivano da lontano, tra italiani e stranieri non può portare a nulla di buono. Ed è una sconfitta per tutti. Una nuova ennesima povertà”. Cammino (Siracusa) evidenzia come “la crisi finanziaria che stiamo attraversando ci fa dimenticare la sua prima origine, situata in una profonda crisi antropologica”. Soffermandosi in modo particolare sulla situazione dei giovani, Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro), ribadisce che “metà di loro sono senza lavoro e nell’età dei sogni e dei progetti la nostra società evoluta li emargina, privandoli della dignità di un’occupazione e costringendoli a vivere sulle spalle di genitori e nonni… Siamo su una strada senza ritorno e per evitare l’irreparabile il tempo a disposizione è davvero poco. I giovani devono diventare da subito la priorità”. È d’accordo Mario Cascone, direttore di Insieme (Ragusa), che chiede d’incentivare “l’imprenditoria giovanile, attraverso strumenti fiscali e ammortizzatori sociali adeguati”.

 
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