PAPA FRANCESCO

“Auguri Santità e… grazie!” è il sentimento che accomuna le diverse riflessioni dedicate a Papa Francesco nel primo anniversario dell’elezione. “Quando il 13 marzo 2013 Papa Francesco è stato eletto come successore di Pietro – afferma Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita (Cosenza-Bisignano) – nessuno poteva immaginare né presagire quello che il Signore ci avrebbe riservato”. In questi dodici mesi, annota Giuseppe Lombardo, direttore di Cammino (Siracusa), “Francesco ha riaperto al mondo i sentieri della speranza. E la gente si converte, lo segue e prega per lui”. Papa Francesco, conferma Pierluigi Sini, direttore di Voce del Logudoro (Ozieri), “ama visitare il cuore della gente e la sua presenza porta il cuore di Cristo che lo ha chiamato a essere vicario in terra”. Per Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), “il Pontefice ci presenta il volto della Chiesa del terzo millennio: una Chiesa ‘in uscita’ che allarga i suoi confini fino alle estreme periferie geografiche, antropologiche ed esistenziali”. Proprio “perché viene da una Chiesa che si trova ‘alla fine del mondo’, in un contesto di povertà e, tante volte, di miseria – spiega Marco Caramagna, direttore della Voce Alessandrina (Alessandria) – Francesco sa che una Chiesa povera per i poveri è una delle indicazioni dei testi conciliari per testimoniare la radicalità del Vangelo”. Il Papa, sottolinea Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), “non irradia solo entusiasmo superficiale e fascino esteriore. Egli è convinto che il Signore lo ha chiamato ‘dalla fine del mondo’ per dire alla Chiesa e al mondo alcune parole essenziali di cui oggi c’è estremo bisogno”. Un “messaggio”, quello del Pontefice, puntualizza Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro), che “non lascia indifferenti”. La “sua normalità”, il “suo prendersi il tempo che serve per decidere”, il “suo non lasciarsi rinchiudere in una casella ideologica”: tutto ciò, rimarca Stella Morra, editorialista della Fedeltà (Fossano), “ci spiazza nelle nostre attese apocalittiche”. Francesco, riflette Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi), “è il Papa della misericordia e della tenerezza. È il prete ‘callejero’ di strada che, come il buon samaritano, non passa oltre, ma si avvicina con un cuore di carne che ama, che soffre, che sa gioire, che ha tenerezza”. Per il Corriere Eusebiano (Vercelli), quella di Francesco è una “personalità energica, simpatica e determinata”. In questo anno, sostiene Emilio Pastormerlo, direttore dell’Araldo Lomellino (Vigevano), “i gesti, le scelte, le visite pastorali, gli incontri con il clero diocesano, hanno fatto capire che Papa Francesco vuole vivere il suo Pontificato anzitutto nella territorialità quotidiana, certo d’incontrare lì le attese, le domande, le gioie e le speranze di tutta l’umanità”. Quelli del Pontefice, titola Toscana Oggi (settimanale regionale), sono stati “365 giorni di novità, segni e insegnamenti per un bilancio che invecchia appena scritto”. Per “noi astigiani”, confida Vittorio Croce, direttore della Gazzetta d’Asti, “in questo primo anno, c’è stato, oltre all’ascolto come tutti, anche la ricerca delle sue origini nostrane, di quella ‘rassa nostrana’ di cui parla la poesia di Nino Costa tanto cara al figlio di emigrati Jorge Mario Bergoglio”. Sul Nuovo Diario Messaggero (Imola) il vescovo della diocesi romagnola, monsignor Tommaso Ghirelli, evidenzia che nell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” vi è “il programma del Pontificato, con le sue direttrici, le sue priorità, le sue sot…

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