LA POLITICA ITALIANA

“Renzi e il nuovo”; “Dalle parole ai fatti”; “La fiducia a… ricreazione finita”; “Tra timori e speranze”… Sono alcuni titoli dedicati al governo Renzi. “Per riemergere in fretta – osserva Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro) – sarebbe necessaria una classe politica con a cuore il problema degli altri ma non c’è, una solidarietà sociale capace di spezzare egoismi e avarizie ma anche questa sta allentando i fili. Non possiamo chiedere miracoli all’ex sindaco di Firenze ma solo di cominciare a seminare il ‘nuovo’”. Il tempo stringe, fa notare Pierluigi Sini, direttore della Voce del Logudoro (Ozieri), come dimostrano i dati della disoccupazione in salita a gennaio al 12,9%. Di qui l’appello al governo Renzi:“Si faccia presto e dalle parole si passi ai fatti!”. Anche Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), evidenzia la necessità di adottare provvedimenti rapidi ed efficaci: “Se per il premier Renzi la… ricreazione è finita, nel senso che è scoccato l’ultimo tempo per affrontare e risolvere il groviglio di problemi che assillano l’Italia e soprattutto gli italiani, resta da verificare sia la rapidità degli interventi, sia la loro bontà ai fini della praticabilità”. Tra gli impegni del governo, che posto avrà la scuola? “Sarà un ennesimo fuoco di paglia l’annunciata priorità della scuola nell’agenda del nuovo governo?”, si chiede su Toscana Oggi (settimanale regionale) l’editorialista Franco Vaccari. “I timori che anche Renzi faccia fallimento sono reali. Ma a nessuno è consentito di spegnere la speranza per una felice riuscita dell’impresa, nell’esclusivo interesse di tutti i cittadini”, ammette Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto). Purtroppo, rilancia Salvatore Coccia, direttore dell’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri), “la sfiducia nelle istituzioni non accenna a diminuire”. Intanto, c’è il rischio che l’Italia affondi, come denuncia la Voce dei Berici (Vicenza), rilanciando un articolo del Sir: “Il federalismo all’italiana ha portato a questo: mentre lo Stato si è messo in dieta ferrea (peraltro non riuscendo o volendo perdere nemmeno un chilo), in periferia si fa e si agisce come nulla fosse, come se alla fine a pagare fosse sempre Pantalone. Ma il Carnevale è finito, lo si capisca o no”.

 
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