LA POLITICA ITALIANA

“Scelte immediate e radicali”; “Renzi alla prova dei fatti”; “Dagli annunci alle riforme”; “Il tempo è galantuomo”… Sono alcuni titoli che ben sintetizzano il momento attuale della politica italiana, con il nuovo governo targato Matteo Renzi. “Il nuovo esecutivo – scrive Pierluigi Sini, direttore di Voce del Logudoro (Ozieri) – dovrà affrontare delle emergenze a tutti i livelli, e l’ambizione e la dinamicità di Renzi fanno ben sperare che ci siano i presupposti per poter dare una svolta a un’Italia che dalle parole attende dei fatti”. Dunque, dice Ettore De Faveri, direttore della Valsusa (Susa), “un po’ di pazienza e vedremo se anche Matteo è solo un flop”. Secondo Davide Tondani, editorialista del Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli), “i prossimi mesi daranno una risposta – che si spera positiva per il bene del Paese, se non altro per mancanza di alternative percorribili – a tutti i punti interrogativi e dopo tante parole ci diranno la verità sulla stoffa di leader del ‘giovane’ Renzi”. Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), preferisce “credere che il lavoro, iniziato repentinamente spiazzando tutti (pure il presidente Napolitano), sarà portato avanti a dovere, magari con qualche giorno di ritardo sull’impossibile tabella di marcia ma efficacemente”. Anche perché, aggiunge sul Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) William Casanova, delegato vescovile della Commissione diocesana “Gaudium et Spes”, “se Renzi trasformerà i suoi annunci in leggi di riforma condivise, abbandonando le convenienze elettorali, l’Italia potrà uscire dal tunnel dell’instabilità politica”. Secondo Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), “le promesse di Renzi, riguardanti le riforme elettorale, istituzionale, fiscale, del lavoro e altro ancora sono fondamentali: sono quelle di cui il Paese ha urgente bisogno”. Anche Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), ribadisce che “il nostro Paese ha assoluto bisogno di risposte concrete”. Ma, avverte, “la concretezza da sola rischia di essere sterile. Ci vogliono ideali, sogni capaci di riscaldare i cuori. Questa, forse, è la prova principale che attende il nuovo primo ministro”. Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia) sottolinea la necessità di “un progetto per i prossimi vent’anni, che rimetta l’Italia al suo posto, potenza industriale fondata sul lavoro e sulle innovazioni, capitale mondiale della cultura, della bellezza e del benessere”. Serena Spinazzi Lucchesi, giornalista di Gente Veneta (Venezia), rimarca che “se davvero si propenderà in favore delle imprese, considerando il loro ruolo fondamentale per il rilancio dell’economia, con le ricadute positive che ne conseguirebbero sull’occupazione, allora occorrerà piantare dei paletti. Ridurre l’Irap sì, ma fare in modo che i risparmi ottenuti si traducano in investimento, non in semplice utile per il beneficio di pochi”. Per Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), “il vero miracolo del presidente del Consiglio Renzi è convincere questa nostra Italia che è viva, che ha energie, che abbisogna di un rinnovato spirito nazionale senza essere antieuropei”. Con l’arrivo di Renzi, nota Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo), “la speranza si è subito accesa; speriamo ora che non si spenga; a conforto c’è oltre allo stile del giovane politico toscano, anche la squadra che si dice sia di prim’ordine; si aggiunge il fatto poi che Renzi non è sbucato dal nulla: si era già fatto conoscere. Adesso si giudicherà dai fatti”. Ed Ezio Bernardi, direttore della Guida (Cuneo), rileva ch…

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