ATTUALITA’ POLITICA

“Occorre un segnale dalla politica di amore vero e disinteressato al Paese attraverso un’idealità forte e concreta”, altrimenti “la corda della concordia sociale potrebbe spezzarsi con conseguenze imprevedibili per tutti, politici compresi”. È il commento che accomuna molti editoriali dedicati alla situazione politica italiana. Secondo Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), i nostri politici sono “incapaci di leggere i segni dei tempi”. In effetti, aggiunge, i partiti “pensano alla politica vecchia maniera, orientata sempre al successo del proprio partito invece che alla rinascita della povera Italia, al bene comune”. Per Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), “a tutti bisognerebbe far pervenire la richiesta d’aiuto che giunge quotidianamente alle parrocchie e alle Caritas e che non ha fine da quando i Comuni non sanno più cosa fare perché non hanno soldi per i servizi sociali”. Parla dei dieci saggi Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto): “Forse, purtroppo, nemmeno questa trovata di Napolitano avrà successo. Il male è più profondo ed è su questo che ciascuno di noi, cittadini di questo povero Paese, deve riflettere e incominciare a cambiare, perché la mancanza di fiducia reciproca non è solo nelle forze politiche, ma è di tutti”. Per Roberto Pensa, direttore della Vita Cattolica (Udine), “non servono dieci saggi ma solo più saggezza”. Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), chiede “ai partiti di concordare e sostenere un governo che abbia il tempo necessario a mettere mano, assieme alla legge elettorale, a un programma economico che guardi alle fatiche delle famiglie e del mondo produttivo con pochi ma efficaci interventi. Poi si torni pure a votare”. Della situazione in Italia si occupa anche Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo): “Il prezzo della politica è il ragionamento, la riflessione, la dimostrazione che ciò che si rappresenta ha diritto di essere preso in considerazione”. In questo quadro politico, osserva Vita Trentina (Trento) anche “l’elezione al Quirinale è solo un episodio di una partita a scacchi. Personalità con un superiore senso dello Stato non ne mancano, ma i partiti cercano ciascuno la ‘maschera’ che rappresenti al popolo italiano l’affermazione su tutti della propria linea”. E a proposito dell’elezione del successore di Napolitano, Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), scrive: “Deve avvenire con il più ampio coinvolgimento dei gruppi parlamentari. Le personalità autorevoli, credibili ed equilibrate, con esperienza istituzionale e internazionale non mancano”. Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano (Vercelli), punta l’attenzione su un’altra questione delicata: “Lo Stato ha affidato alle aziende commesse per un ammontare ultramiliardario e poi si è ‘dimenticato’ di pagare il conto. Ora che non ci sono più scuse per non onorare il debito, il governo s’interroga su come rientrare immediatamente dell’esborso, magari agendo ancora una volta sulla leva fiscale”, ma “questo è un atteggiamento che finisce per minare alla radice il rapporto di fiducia già logoro tra cittadini e chi è chiamato a governarli”.

 
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