Il dovere di partecipare. È la linea di lettura che accomuna molti editoriali dedicati alle elezioni politiche del 24-25 febbraio. La Cittadella (Mantova) spiega che varie sono le ragioni alla base di questo dovere che, pur faticosamente, dobbiamo riprendere e fare nostro. Esse possono essere riassunte efficacemente da una parola: discernimento. (…) Occorre discernere: le proposte non sono tutte uguali, gli stili e le coerenze degli uomini pubblici non sono tutti uguali. Per Pietro Pompei, direttore dellAncora (San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto), votare con discernimento significa anche tener conto dei sacrifici fatti nellanno trascorso dalle famiglie per non disperderli dietro promesse obsolete; significa anche individuare nei programmi quelle proposte serie per ridare ai giovani un lavoro cui hanno diritto e riaccendendo la speranza. Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), invita a confrontare i programmi dei partiti con la nostra coscienza cristiana o, se non ci riteniamo credenti, con i valori supremi della dignità umana. A partire da: vita (dallinizio al durante, al termine), famiglia, lavoro, salute, istruzione. Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), sottolinea che ci si deve interessare della vita della comunità, prendere parte alle elezioni, far sentire la propria voce in vista del bene comune. A tal proposito, la Guida (Cuneo) ribadisce che non votare o annullare la scheda vuol dire fare un regalo a chi intende continuare lopera di progressiva erosione della democrazia in Italia. In fin dei conti, il voto rimane una delle poche armi in mano al cittadino e assume anche il significato scolastico di valutazione. Secondo Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), cè da constatare positivamente che linteresse per queste elezioni, e quindi per la politica appunto, va crescendo in gran parte della popolazione, anche se restano ancora molti dubbi da fugare. Sul Portico (Cagliari) larcivescovo della diocesi sarda, mons. Arrigo Miglio, riflette su sei parole – lavoro, ambiente, famiglia, scuola, vita e salute, autonomia regionale – che diventano, in campagna elettorale, altrettante domande, che i cittadini devono rivolgere ai candidati, perché hanno diritto di sapere cosa ne pensano e soprattutto come pensano di tenerne conto; ma sono anche domande che i candidati devono rivolgere alle forze politiche nelle quali sono inseriti, per amore di chiarezza e di concretezza, per passare dalle enunciazioni generali a scelte concrete e attuabili. Per Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), occorre unequa distribuzione fiscale a favore delle famiglie, perché più che dillusioni abbiamo bisogno di verità. La Vita Cattolica (Udine) rilancia la nota Sir a firma di Francesco Bonini – primo di una serie di contributi verso il voto – in cui si legge tra laltro che per essere vantaggioso alla democrazia, dunque in concreto a tutti noi, lapprodo della crisi dovrà essere a un sano realismo, inclusivo e innovativo. Nella consapevolezza, come ci ha ricordato il cardinale Bagnasco, che il Paese sano è stanco di populismi e reticenze di qualunque provenienza e comunque vestiti. Il Nuovo Diario Messaggero (Imola) pubblica una nota del sociologo Luca Diotallevi, il quale sinterroga su che cosa è la politica?. Il Papa, scrive tra laltro Diotallevi, nel discorso pronunziato di fronte al Reichstag di Berlino nel 2011 afferma che la politica deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per la pace, dove qui pace significa ordine pubblico. La politica porta al bene comune, cui tutta la società con…