AVVENTO 2012

Domenica 2 dicembre inizia il tempo d’Avvento, “tempo dell’attesa e della speranza”, ricordano i settimanali diocesani. “Vivere l’attesa – spiega il Ticino (Pavia) – significa, per l’uomo di oggi, un attimo di fede pura: nel fragore della sua potenza fare silenzio per percepire se tutto ciò che è riuscito a fare gli basta, se non ha cancellato il bisogno di senso, di amore, per lasciare irrompere dentro di sé la presenza di un Altro che gli dà il gusto della vita e gli svela che tutto è bello, buono, solo se tutto è segno di un amore che il Padre vuole che venga condiviso da fratelli”. Sul Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio) il vescovo, mons. Gianni Ambrosio ricorda che “l’Avvento ci sospinge ad accogliere” la “sfida della speranza”, “ad accogliere, cioè, colui che è il fondamento della speranza, quel Dio che non si è stancato degli uomini ma rinnova con loro un’alleanza di amore”. Mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, nel messaggio pubblicato sul settimanale la Vita Cattolica, invita a “rivolgere, in questo Anno della fede, lo sguardo sulla Madre del Signore e Madre nostra perché ella è ‘sorella e modello della fede’. Illuminata dalla fede, Maria è stata capace di obbedire alla volontà misteriosa e imprevedibile di Dio e di donare tutta se stessa dal giorno dell’annunciazione fin all’assunzione in cielo in anima e corpo, dopo la sua morte fisica”. Anche la Voce Alessandrina (Alessandria) pubblica una nota del vescovo, mons. Guido Gallese, il quale suggerisce come “prima cosa” di “credere in Dio”: “Se credo che il Signore Gesù viene ed è presente attraverso i sacramenti potrebbe essere bello vivere il tempo d’Avvento andando a Messa nei giorni feriali (una vera delizia per l’anima!) o almeno andare a farGli una visita quotidiana in chiesa”. La Guida (Cuneo) si sofferma, in modo particolare, sul senso dell’attesa: questa “non è un segno di debolezza, ma di forza. È un lavorio paziente che sa scorgere i segni della luce anche nella notte”. Su questo aspetto anche l’editoriale di Toscana Oggi (settimanale regionale) a firma delle clarisse di Fiesole: “Oggi aspettare ci sembra sterile ed umiliante, una ‘perdita di tempo’, mentre in realtà è proprio dalla nostra disponibilità all’attesa che germoglia la vita”.

 
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