ATTUALITA’ POLITICA

“Voglia di partecipare e di ripartire”. È il commento che accomuna molti editoriali dedicati all’alta affluenza, domenica 25 novembre, alle urne per le primarie del centrosinistra (oltre 3 milioni di persone). Domenica 2 dicembre si svolgerà il ballottaggio tra i due candidati che hanno avuto maggiori voti, Pierluigi Bersani e Matteo Renzi. “La gente – afferma Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) – vuole far sentire la propria voce. Altroché storie e altroché antipolitica. Le primarie del centrosinistra di domenica scorsa hanno dato una scossa, in positivo. (…) Non poco e non male in anni e mesi dominati dallo sconforto, dall’apatia, dal desiderio di buttare a mare un sistema intero, partiti compresi”. Nonostante tutto, viene sottolineato nell’editoriale della Cittadella (Mantova), “qualche segnale positivo c’è. Tuttavia, va detto altrettanto chiaramente, si tratta di segnali ancora flebili, non privi di ambiguità, e soprattutto fortemente esposti a precarietà e fragilità. (…) È un cammino questo che sarà lungo e faticoso e richiederà i tempi propri almeno di un passaggio generazionale. È un cammino però tuttora possibile e non proibitivo”. L’Ora del Salento (Lecce) invita a “dire basta a tutti i piccoli abusi che vediamo perpetrarsi ai danni propri o degli altri”. Andrea Ferri, direttore del Nuovo Diario Messaggero (Imola), nota che “quasi la metà degli elettori Pd locali ha disatteso in modo plateale le praticamente unanimi indicazioni del loro ceto dirigente”: da ciò bisogna “dedurre un ulteriore segnale di scollamento tra questi ultimi e una parte talmente consistente del loro elettorato potenziale da porne in dubbio la reale rappresentatività. (…) Se si eviterà di nascondere, sminuire o ignorare questa situazione ne avranno tutti vantaggio: i dirigenti Pd, gli elettori Pd e anche tutti gli altri cittadini”. Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), si sofferma invece sulla “crisi profonda del centrodestra”: “La mancanza di uno schieramento di destra o centrodestra moderno ed europeo sembra una delle carenze strutturali, rispetto alle quali il nostro Paese non riesce a fare un passo in avanti definitivo. (…) Da qui alle prossime elezioni politiche può essere che questo vuoto si colmi. Certo non basterà cavare il coniglio dal cilindro: servono uomini e idee credibili che non possono essere il frutto dell’intuito di una sola persona”. Concorda Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), che aggiunge: “C’è bisogno di un substrato profondo, di un progetto maturato alla luce di un pensiero antropologico sicuro, che magari si rifaccia alle indicazioni che ci sono state trasmesse dal nostro passato. Come non ricordare a tutti, e in particolare ai cristiani, il pensiero sociale della Chiesa, in pratica l’unico libro rimasto aperto nella crisi attuale delle ideologie e delle varie visioni del mondo? Un libro, inutile ripeterlo, aperto per tutti. È da queste profondità che nasce la vera politica”. Per Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano (Vercelli), “ora occorre guardare avanti e riconoscere, con realismo, che le primarie possono diventare uno strumento efficace, oltre che sociologicamente interessante, solo se collegate a un sistema elettorale presidenzialista”.

 
Condividi