GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO

Giornata del ringraziamento. Domenica 11 novembre, a un mese esatto dall’inizio dell’Anno della fede, la Chiesa italiana celebra la 62ª Giornata nazionale del ringraziamento, sul tema “Confida nel Signore e fa’ il bene: abiterai la terra”. I settimanali diocesani vedono in quest’appuntamento “un’occasione per imparare a dire grazie”. “Con questa Giornata – dice Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo) – siamo invitati ad aprire scenari ampi che si distendono fino all’orizzonte del mondo e anche oltre. Si capisce che tutto è riconducibile comunque a una mentalità di rispetto e di gratitudine, proprio quella che è ormai smarrita. (…) Ringraziare significa rispettare il dono ricevuto perché stravolgendolo e distruggendolo si fa il gesto contrario, come quel regalo buttato via, rifiutato”. Per Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), “dobbiamo educarci ed educare a ringraziare, atteggiamento che sembra passato di moda: la valenza educativa del grazie è carica di effetti positivi per ogni generazione. Proprio il legame con la terra può farne gustare i benefici anche ai giovani, da accompagnare in una riscoperta già in atto. Purtroppo il mondo dei campi è anche luogo in cui persistono condizioni inique di lavoro (braccianti, immigrati…): va difesa la giustizia e si deve valorizzare la priorità dell’economia rurale per il territorio”. Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), chiede di “fermarsi questa domenica per un momento a ringraziare. E magari troviamo il tempo anche per riflettere almeno su un paio di questioni cruciali che attengono al nostro rapporto con la terra”: la “cementificazione del territorio” e il cosiddetto “land grabbing” (“l’accaparramento di terre”). Per questo, “mentre ringraziamo per i doni ricevuti, ricordiamoci che la cura del creato è responsabilità di ciascuno. Sotto casa nostra, e nei continenti più lontani”. Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina), evidenzia l’urgenza di “educare soprattutto le nuove generazioni al contatto con la terra e alle sue potenzialità. Anche se, diciamolo pure con speranza, i giovani si stanno riavvicinando alla terra, che per noi siciliani rimane la più grande risorsa produttiva. Anche la tecnologia, messa al servizio della produzione agricola, potrà aiutare le nuove generazioni non solo a trarre dalla terra il sostentamento per una vita dignitosa, ma anche a recuperare il senso della gratitudine per i suoi frutti. Nulla ci è dovuto. Tutto è dono!”.

 
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