CRISI E SOCIETA’

La crisi e i suoi effetti continuano a tenere banco sulle testate diocesane. Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), commenta gli ultimi dati certificati dall’Istat sull’occupazione: il prossimo anno è prevista una disoccupazione all’11,4%; particolarmente drammatica è la situazione dei giovani fra i 15 e i 24 anni: a settembre il tasso era del 35,1% con un aumento su base annua di ben 4,7 punti. Si tratta di 608 mila individui. “Questa è la realtà – dice Moret -, altro che fine del tunnel: per un numero crescente di italiani il buio sta diventando sempre più pesto. Questi dati piombano mentre i partiti sono affaccendati in tutt’altri problemi: le primarie, le alleanze, i battibecchi, i litigi. Ossessionati dalle elezioni, si allontanano sempre più dai problemi drammatici del Paese”. Ma “il lavoro deve essere la prima preoccupazione, soprattutto da parte di chi si propone di guidare il Paese”. Adolfo Putignano, direttore dell’Ora del Salento (Lecce), si sofferma sui “precari nel Salento”: qui “la situazione è particolarmente pesante. Sia per superare antichi pregiudizi antimeridionali sia a causa di alcune problematicità economiche accentuate da divari di ricchezza e di strutture e soprattutto della progressiva diminuzione del supporto pubblico: 5 mila occupati nel settore calzaturiero sono aiutati dagli ammortizzatori sociali, ma le prospettive sono abbastanza amare perché tali soccorsi del welfare stanno per venire meno. (…) Il precario non può essere considerato un semplice strumento che produce reddito secondo la logica dell’usa e getta: economia e società devono essere sempre coniugate con il valore primario della persona”. Cammino (Siracusa) sentenzia: nella situazione attuale “a ciascuno il suo mea culpa”.

 
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