Giornata per le vocazioni, Prime comunioni e cultura della vita

“Rispondere all’amore non solo si può, ma anche si deve. Pur interpellati con il delicato e tenero ‘Se vuoi’ – che in Gesù è comunque un appello – evitare di rispondere è come evitare di vivere. La stessa libertà della risposta non fa che confermare la libertà di chiamare. Dio non vuole interlocutori modesti o di basso profilo, ma persone robuste umanamente e spiritualmente, disponibili a misurarsi con la Sua altezza. Libero Lui, liberi quelli che rispondono”, sottolinea Antonello Mura, direttore di Dialogo (Alghero-Bosa), nell’editoriale dedicato alla 49ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebra domenica 29 aprile.
Dalle vocazioni alla cultura per la vita… “La battaglia per la cultura della vita è l’esistenza di un popolo che vive intensamente la propria identità umana nel cristianesimo. E vivendo questa identità umana offre la sua esperienza di vita come un grande annunzio, una grande possibilità offerta a tutti gli uomini, di uscire da quello che un grande filosofo tedesco definiva ‘il sentiero polveroso del nulla’”. È la riflessione del vescovo Luigi Negri sulle pagine di Montefeltro (San Marino-Montefeltro).
Prende spunto dalle parole del Papa, al Regina Cæli di domenica scorsa, sulla Prima Comunione Alberto Margoni, direttore di Verona Fedele (Verona): “La Messa di Prima Comunione non è una sfilata di moda per principesse e piccoli lord che alla fine, più che testimoniare la gioia di accompagnare questi piccoli all’incontro con il Signore vivo e presente in mezzo a noi, rischia di limitarsi ad attestare che, tutto sommato, in Italia non va poi così male…”.
Una riflessione su Chiesa e crisi per il Nuovo Amico (Pesaro-Fano-Urbino): “Ciò che sorprende in questa crisi che coinvolge anche la comunità cristiana, è l’assenza delle quarantenni”. E aggiunge: “Il Vangelo è impregnato di femminilità: un Vangelo al femminile capace di frantumare qualsiasi specie di riduzione. Cosa è mancato, forse la prassi? La deviante competizione sui ruoli mette a rischio il patrimonio acquisito e rischia di pagare a caro prezzo ciò che le era stato negato”.
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