I cattolici che simpegnano in politica potrebbero aiutare le comunità cristiane a creare luoghi dincontro e di formazione sul piano prepolitico. Potrebbero arricchire della loro esperienza ambiti educativi dallorizzonte ampio, dove si possa imparare concretamente il discernimento comunitario, a valorizzare settori dimpegno che rischiano di essere dimenticati, ma che sono essenziali come il volontariato e il terzo settore, ad affinare le competenze specifiche (culturali, sociali e politiche), a conoscere e a valorizzare percorsi di educazione sociale già messi in atto sia dalla diocesi sia dalle singole associazioni e movimenti. È lauspicio espresso da don Ottorino Rizzi, delegato regionale della pastorale del lavoro, dalle pagine del Nuovo Diario Messaggero (Imola). Riguardo alla conclusione delle celebrazioni per i 150 anni dellUnità dItalia, Corrado Avagnina, direttore dellUnione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano), osserva: Come nel lungo e travagliato percorso del Risorgimento come hanno documentato tanti in questi mesi i cattolici non si sono tirati indietro sul terreno socio-politico per generare e rigenerare lItalia, così nel percorso del futuro immediato gli stessi credenti di oggi sono interpellati per esserci, laicamente, ma fattivamente, mettendo in comune il proprio patrimonio didee, di valori, di atteggiamenti e anche di profezia. È una storia che ci riguarda. È la storia di tutti. Guai a chiamarsi fuori. Ricordando la conclusione dellanno celebrativo dellUnità dItalia, anche Vincenzo Finocchio, direttore dellAppennino Camerte (Camerino-San Severino Marche), precisa: La religione rafforza lidea dellunità nazionale.