TAV E PROTESTE

Varie sono le posizioni sulla Tav in Val di Susa. “Dal momento che il governo ha chiaramente approvato il progetto della Tav (…) e il presidente della Repubblica lo ha condiviso, molti ritengono che sia concluso il tempo delle contese e sia giunto quello di passare all’attuazione dell’opera”, evidenzia il Ticino (Pavia) ricordando tuttavia che “gli abitanti della Val di Susa continuano per la maggior parte a dichiararsi contrari all’opera”. D’altra parte “non è difficile riscontrare nei protestatari l’auto-elevazione a rappresentare la nazione e il bene comune, la protezione del territorio e la tutela della finanza pubblica contro gli sprechi, senza tener conto di quello che gli altri cittadini pensano o vogliono”, scrive sul Nuovo Amico del Popolo (Chieto-Vasto) il direttore Bonifacio Mariani, che lamenta come non vi sia alcun “rispetto per i cittadini bisognosi di andare a lavoro, di muoversi liberamente per le necessità proprie e di famiglia, con il diritto di vivere senza incorrere in blocchi, disagi o persino pericoli”. “Non c’è possibilità di dialogo se l’imposizione della propria idea è l’unica condizione, specie se urlata e affermata a colpi di sassaiola”, sottolinea Mariani, ricordando che “la cittadinanza non si realizza nel rifiuto o nella sopraffazione degli altri, non si muove fuori della legge o contro la legge, vive nella parità e nel rispetto”. Provocatorio Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino), che propone di realizzare un’opera simile in Irpinia, dove “vediamo tante colate di cemento”. “È vero, a volte le infrastrutture mal si conciliano con la salvaguardia ambientale, ma esse significano anche sviluppo e crescita economica”.
Condividi