SANREMO-CELENTANO

“C’interessa tutto l’uomo”. È il commento che accomuna molti editoriali dedicati a quanto affermato da Adriano Celentano, il 14 febbraio, al Festival di Sanremo, a riguardo di “Avvenire” e “Famiglia Cristiana”. All’indomani dell’intervento il presidente della Fisc, Francesco Zanotti, in una nota pubblicata sul sito della Federazione (www.fisc.it), ha sottolineato che “parlare per slogan è un tipico vezzo italiano, un vizio che contagia molti. A volte si esprimono opinioni anche senza conoscere almeno con sufficienza ciò di cui si argomenta”. Per Angelo Zema, direttore di Romasette.it (Roma), quanto accaduto è “davvero un peccato, per un artista che ha scritto delle canzoni celebri e che dovrebbe coltivare con maggiore saggezza il suo ruolo di cantante” ed è davvero un peccato per la Rai che “ha smesso già da tempo di essere un credibile servizio pubblico”. “Tutti – osserva Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino) – siamo d’accordo sul fatto che Celentano ha esternato senza conoscere i giornali di cui ha parlato”. Secondo Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano (Vercelli), “dietro le parole di Celentano ci sta la pochezza culturale di chi le ha pronunciate e dunque presto verranno dimenticate. Dietro i processi che noi denunciamo da tempo si cela, invece, un progetto preciso che punta a un sistema informativo fatto di grandi network eterodiretti da pochi gruppi di potere economici e politici. E non importa a nessuno che le nostre piccole testate siano le uniche, nel contesto malato dell’informazione nazionale, a mantenere un rapporto ‘sano’ e diretto con la gente”. Per Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), “in Italia si deve ricomporre lo stile della serietà, della verità non strillata, delle buone maniere, del rispetto delle persone e del loro lavoro”. Gente Veneta (Venezia) ricorda che “la fede mi dice delle verità valide nell’oggi, implicate anzi nelle difficili scelte da fare ogni giorno e nello sguardo che ho sulla realtà. Gente Veneta e gli altri media cattolici si vogliono giocare con passione e impegno proprio su questo crinale. Convinti che il Paradiso ha ancora qualcosa di buono da dire sulle piccole e grandi vicende della nostra povera o esaltante umanità”. Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), puntualizza che “la peculiarità ecclesiale della nostra testata (e di tante altre), mai messa in dubbio, ben si sposa con la sua vocazione ‘umana’ in senso pieno. In molti hanno apprezzato e apprezzano la Chiesa per i suoi interventi sociali, ma alcuni pretenderebbero che poi non esprimesse giudizi in quell’ambito. Strabismo assurdo e dannoso! Si convincano che tutta la società trae vantaggio ad accogliere l’opera sociale, culturale, educativa – e anche informativa – che proviene dal mondo cattolico. Il quale non si dimentica certo delle cose del cielo, ma ha i piedi ben piantati sulla terra e intende a pieno titolo contribuire a renderla migliore”. Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), si rivolge direttamente a Celentano: “Se ci sono delle scuse che devi a qualcuno sappi che non le devi ai preti (anche se non mancherà qualcuno che ti ringrazierà della tua trovata), e nemmeno ad ‘Avvenire’ e a ‘Famiglia Cristiana’ (nonostante tu abbia dimostrato di non averli mai letti sopravviveranno anche senza). Le scuse le devi al Vangelo che dal pulpito tv hai bistrattato a tuo piacimento”. Marco Bonatti, direttore della Voce del Popolo (Torino), consiglia di “rileggere quella pagina del Vangelo (Matteo 25) che spiega come si fa a parlare di Dio anche parlando di politica”.
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