POLITICA IN ITALIA

“La coincidenza tra l’alluvione e le gravissime difficoltà che l’Italia incontra in Europa e sui mercati rappresenta bene il momento particolare di questo Paese. Le parole (le chiacchiere) non ci servono e non ci bastano più, né per sopravvivere – né tanto meno – per risollevarci”, sostiene la Voce del Popolo (Torino). “Le annunciate dimissioni di Berlusconi probabilmente, come dicono la maggior parte dei commentatori, concludono un lungo periodo, durato circa un ventennio. Sarà la storia a dare i suoi giudizi quando le passioni si saranno smorzate”, commenta Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina). “Il governo Berlusconi è al capolinea. Non era più possibile andare avanti e alla fine se n’è dovuto fare una ragione anche il premier. Ora bisogna evitare che insieme al governo frani anche l’Italia intera”, evidenzia Roberto Pensa, direttore della Vita Cattolica (Udine). Ettore De Faveri, direttore della Valsusa (Susa), di fronte alla crisi del Paese denuncia: “Altroché Paese benestante, qui c’è gente che bussa perche ha bisogno di un ‘putagè’ (stufa a legna) per scaldarsi o di un po’ di latte per i figli”. “Pur nella crisi la politica non è stata capace di dare il buon esempio nel tagliare prebende, vitalizi, stipendi esorbitanti, riscoprendo un minimo di sobrietà. Anche per questa ragione non ha l’autorità morale di chiedere ai cittadini quei sacrifici che sono necessari per uscire dalla crisi. Neppure è adatta a pretendere l’abolizione degli sprechi: sia che si annidino al Nord che al Sud, soprattutto. A meno che non decida finalmente di guardare al bene comune, al bene di tutto il Paese”, afferma Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone). “La politica è in crisi, dobbiamo aggiungere come non mai, ma in questa crisi i politici hanno certamente le loro brave e pesanti responsabilità. Ripensiamo al tempo del nostro dopoguerra, quando i nostri uomini pubblici vivevano e morivano nella povertà. Non si dica che, se non si alzano gli stipendi, i migliori non entreranno mai in politica. La nostra più felice storia li smentisce sonoramente”, osserva Giordano Frosini, direttore di Vita (Pistoia). Mentre impazza la crisi politica, “i numeri sulla disoccupazione giovanile sfiorano il 30% e molte famiglie vengono, sempre di più, spinte verso la soglia di povertà. Da notare che ancora non abbiamo iniziato a pagare il debito”, dice Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona). “C’è da augurarsi che i nostri politici – tutti – cambino modo di fare politica: dopo antagonismi a oltranza per il solo bene della propria parte, è necessario mirino lealmente al bene del Paese”, nota Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia). “I politici che si richiamano alla tradizione del cattolicesimo popolare, che stiano da un lato come dall’altro, sono chiamati a esigere oggi che si volti davvero pagina per il bene del paese”, evidenzia Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova). “La storia dei cattolici italiani è fatta di esempi, dai quali apprendere il metodo, capaci come sono stati di agire in momenti diversi tra loro”, suggerisce Fermento (Brindisi-Ostuni). Per Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), “la situazione non è certo rosea; le prospettive non sono chiare. Occorre da parte di tutti i partiti rappresentati in Parlamento un supplemento di senso di responsabilità”. Secondo Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), “il superamento della crisi chiede a ciascuno di noi una prova di serietà e maturità”. “Oggi più che mai serve uno scatto di qualità, in termini politici prima ancora che economici”, sostiene Gente Veneta (Venezia). Per Ezio Bernardi, direttore della Guida (Cuneo), è “indispensabile una comune assunzione di res…

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