L’ALLUVIONE A GENOVA

I genovesi, dopo l’alluvione, non debbono “essere lasciati soli di fronte alle distruzioni subite. Questo non deve assolutamente accadere! È una questione di principio – scrive Silvio Grilli, direttore del Cittadino (Genova) – perché è una questione ineludibile di equità sociale: non v’è congiuntura economica che esenti l’ente pubblico dal sostenere, e con sollecitudine, gli alluvionati. È una questione di solidarietà: non deve manifestarsi soltanto a livello di singoli o di gruppi di volontari i quali, con encomiabile generosità, subito si sono resi disponibili ad aiutare, soprattutto a spalare fango. È l’ente pubblico che deve essere solidale: nel momento dell’emergenza, come è accaduto in questi giorni pur con tanti limiti, ma soprattutto intervenendo nella ricostruzione e nel porre in sicurezza l’ambiente in cui la popolazione vive”. “Ecco, puntuali, con l’autunno, i disastri ambientali con il loro carico di vittime umane. La memoria di tutti torna al tragico novembre 1966 con l’esondazione dell’Arno e l’allagamento di Firenze. E poi, in anni più recenti, tragedie analoghe sono accadute in molte parti dell’Italia, fino ad arrivare a Genova nei giorni scorsi. La politica, di per sé, non è stata a guardare e ha stanziato fondi per intervenire nelle zone a rischio, ma molti di quei soldi non sono mai stati utilizzati. Mistero. Tra l’altro, nei fondi del ministero dell’Ambiente destinati a combattere il rischio idrogeologico, si è passati dai 550 milioni del 2008 agli 83 del 2011: un taglio dell’84,8%!”, sottolinea Davide Maloberti, direttore del Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio). “A parte la qualità e la tempestività degli allarmi che devono coinvolgere le comunità interessate, resta lo sfacelo delle distruzioni a rimarcare come la natura – ripetutamente e proditoriamente ferita dall’uomo assetato di ‘spazi’ costruttivi anche nei luoghi più impervi e idrogeologicamente incerti – si ribelli e non conosca dighe di contenimento ostative al disastro”, osserva Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio). Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), dedica il suo editoriale agli “angeli del fango”: “Migliaia di volontari hanno lavorato con guanti, pale e secchi per portare via tonnellate di detriti e fango dalle strade, dai negozi e dai fondi. Centinaia i genovesi, soprattutto giovani, che si sono messi a disposizione delle autorità per prestare la loro opera coordinati dalla Protezione civile”.
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