Dovremmo proprio pensare ad una Quaresima di astinenza dai consumi volgari, dalle parole indigeste (quelle che gli altri pronunciano a proposito della nostra libertà), dalle immagini oscene, dalle persone immorali che non hanno diritto di entrare nelle nostre case attraverso la finestra della televisione e invece dovremmo tornare a sperare. A credere. Ad aver fiducia nella dignità della persona, ricordandoci, ogni tanto, che è proprio per la salvezza di ciascuno di noi che un Giusto si lasciò immolare sulla Croce. Lo si legge sullOra del Salento (Lecce). Chissà se siamo riusciti a scacciare il demone della distrazione e abbiamo letto le nostre vicende alla luce di un itinerario che per il cristiano è tipico. Le tentazioni del deserto e anche quella, più subdola, del Tabor, rischiano sempre di farci allontanare dalla vita concreta, osserva Agostino Clerici, direttore del Settimanale della diocesi (Como). Si avvicinano le feste pasquali e tutto il Meridione rivive il mistero della passione, morte e risurrezione del Signore in modo profondamente religioso. Una festa capace di coinvolgere tutto un popolo, ricorda Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina). Per Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto), occorre superare certa stanchezza che caratterizza tante nostre comunità cristiane e sviluppare una critica consapevole a tutto campo. I mezzi per affrontare un percorso di rieducazione-conversione li abbiamo. Sta a noi accoglierli per affrontare quellemergenza educativa di cui continuamente parla Benedetto XVI. Luomo senza Dio si rende dio, la creatura diventa creatore, col rischio di una spropositata e inattendibile grandezza. Di fronte ai risultati di questo uomo faber divenuto creator, di fronte alle sue opere, quelle malriuscite e, ancora di più, di fronte ai suoi capolavori, torna struggente il desiderio del Creatore, scrive Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto).