LA PROLUSIONE DEL CARD. BAGNASCO

“Realismo cristiano”. La prolusione del card. Bagnasco al Consiglio permanente della Cei lunedì 28 marzo è stata, per Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), “un bell’esempio di realismo cristiano. Realismo significa considerare che ‘tutto si tiene’ e che bisogna cercare di abbracciare con lo sguardo la complessità dei problemi in tutta la loro concretezza”. A riguardo della necessità di una legge sulle Dat (Dichiarazioni anticipate di trattamento), evidenziata dal presidente della Cei, Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), scrive: “Occorre sottolineare un fondamento della convivenza civile: il morire non è mai un fatto esclusivamente privato. Nessuno è ‘padrone’ della sua vita, come nessuno è ‘padrone’ della vita di un altro”. Il card. Bagnasco, ricorda il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio), “ha ammonito gli italiani dai rischi di soccombere alla ‘sindrome degli arrivati’, secondo cui ‘una volta che è stata raggiunta una certa soglia di benessere e sicurezza, debba venir meno la buona tensione che ci fa essere vigili per non perdere proprio i valori che concorrono oggi a darci un volto, e in passato hanno fatto la nostra storia’”. Sulla stessa linea Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina): “Giunti a una certa soglia di benessere, chi si occupa più del vicino che soffre? L’individualismo è dietro l’angolo e la memoria storica svanisce. Troppo spesso in Italia non ci ricordiamo di come siamo stati per lunghi decenni una nazione di emigranti che sovente hanno vissuto situazioni drammatiche”.
Condividi