IL CORTILE DEI GENTILI

Il direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), Giampiero Moret, si sofferma sul “Cortile dei gentili”, “l’iniziativa di momenti di dialogo tra credenti e non credenti, promossa dal Pontificio Consiglio della cultura, presieduto dal cardinale Ravasi”, a Parigi, “la capitale storica del laicismo”: “Poteva essere una provocazione destinata ad essere snobbata. Invece l’incontro è stato molto partecipato”.
“Fra il Gesù della storia e il Cristo della fede c’è certamente un notevole sviluppo, ma uno sviluppo omogeneo: una discontinuità che riposa su una sostanziale continuità. Un passaggio, tra l’altro, che è già presente nella stesura dei Vangeli, scritti come si sa, dopo la risurrezione, dopo cioè che gli apostoli e i discepoli avevano preso piena coscienza della figura di colui col quale avevano convissuto nel tempo della sua vita terrena”. Lo precisa Giordano Frosini, direttore di Vita (Pistoia), in risposta ad un intervento del filosofo Paolo Flores d’Arcais. La Voce Alessandrina (Alessandria) pubblica una riflessione di don Maurizio Benzi, docente di teologia presso l’Istituto superiore di scienze religiose di Alessandria, sul nuovo libro del Papa “Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione”. “Lungo i nove capitoli del libro – spiega il teologo – il Papa prosegue la sua ricerca del volto di Dio che si è definitivamente mostrato in Gesù Cristo. In concreto, ora lo sguardo si focalizza sulla prima, decisiva Settimana Santa: dall’Osanna dei pueri hebraeorum ai fatti dell’ultima cena (capitoli 1-5), dalla passione e morte di Gesù alla sua risurrezione (capitoli 6-9)”.
Secondo la Cittadella (Mantova), “le inquietudini dell’uomo moderno sulla sua esistenza non sono nuove (anzi, tutt’altro!) ma sono forse più estese ed acute rispetto al passato. Noi cristiani abbiamo parole ed esperienze che possiamo offrire per cercare di aprire orizzonti di senso e di umanità. Dobbiamo convincerci (noi per primi) che anziché abbandonarci alle lamentazioni sulla modernità abbiamo il dovere di riproporre una sapienza antica che ha ancora tanto da dire ai contemporanei”. Per Amazio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), “occorrono occhi per… vedere e intelligenza per capire, ma servono anche cuore, sensibilità, educazione, volontà per scorgere la presenza del Bello e del Buono. Purtroppo – e non si dica che sto facendo una predica – la nostra attenzione si ferma spesso di fronte al Male, quasi fosse una condanna per tutti noi, un obbligo (pur sopportato) di conoscenza”.
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