UNITA’ D’ITALIA

“1861-2011: l’Italia celebra il centocinquantesimo anniversario della sua nascita, con la mente rivolta al passato e lo sguardo proteso verso l’avvenire”, ricorda Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), per il quale lo “spirito giusto” di questa ricorrenza è “quello dell’atteggiamento pensoso e responsabile, capace di riguardare criticamente la strada percorsa e, soprattutto, di programmare nel segno della speranza, il cammino del futuro”. Anche Emmaus (Macerata) scrive sull’Unità d’Italia: “Riflettere e valorizzare l’Unità del Paese comporta pertanto dare nuova risposta alla perenne domanda di senso dell’essere italiani, domanda che ogni generazione di cristiani si deve porre” nella consapevolezza che “il profilo dell’italianità dei cittadini non è un dato tracciato una volta per tutte”, ma “un obiettivo e una scoperta da rinnovare continuamente”. “Viva l’Italia”, osserva il direttore dell’Azione (Novara), Antonio Maio, sono “parole serie da pronunciare consapevolmente, con rispetto, perché ci sintetizzano un sentimento di popolo, ci lasciano immaginare volti di persone che ci hanno creduto e che ci hanno trasmesso le motivazioni e le ragioni da consegnare alle nuove generazioni e ai nuovi italiani”. Dalla Cittadella (Mantova) l’augurio che “la festa dell’Unità di Italia sia occasione per un rinnovato impegno di tutti noi a sentirsi parte attiva, consapevole e responsabile della storia italiana”. Secondo Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), “da 150 anni a questa parte lo scenario è profondamente mutato e l’unità da perseguire, anziché ‘contro’ altri, dev’essere piuttosto ‘con’ altri, legata ad una maturazione delle identità locali senza conflitti e ad una crescita della sensibilità internazionale senza arroccamenti”. In occasione del 150° dell’Unità d’Italia Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino), ricorda il “gemellaggio con un’altra testata giornalistica, anch’essa associata alla Fisc, ‘La Voce dei Berici’ della diocesi di Vicenza” per “per conoscerci meglio e per rinsaldare i valori dell’amicizia, della pace e della vera unità”. Da Roberto Mazzoli, direttore del Nuovo Amico (Pesaro-Urbino-Fano), un invito ai cattolici a “ridare anima alla politica”. Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), propone: “Preghiamo perché chi decide delle sorti dell’Italia, in particolare dai banchi del governo, lo faccia guidato dall’amore per il bene comune”. “Siamo fuori o dentro la crisi? O, ancora, per quanto dovremo penare prima di saperci davvero usciti? Bastano i dati delle organizzazioni internazionali che parlano di ripresa della crescita europea, maggiore di quella americana, per rassicurarci sulla condizione in essere?”. Sono, secondo Amazio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), “domande magari provocatorie, ma tutti gli italiani di buonsenso se le pongono, poiché, dopo tre anni di buio, si vorrebbe davvero poter vedere la luce, non un suo opaco filtro”. Per Agostino Clerici, direttore del Settimanale della diocesi (Como), la ricerca della felicità “è un problema che accomuna il liberismo, il comunismo e le democrazie cosiddette ‘avanzate’ (come la nostra)”.
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