NORD AFRICA

“L’attenzione del mondo, in questi giorni, è tutta concentrata sulle vicende libiche. Fino a pochi giorni fa i governi intrattenevano rapporti normali con governi che improvvisamente si sono ‘rivelati’ dittatoriali. Non va dimenticato che da qualche anno la Libia è stata stralciata dalla lista degli Stati ‘canaglia’, sdoganando Gheddafi riportandolo con onore nel circuito internazionale. Ma erano guardati con rispetto e simpatia anche Mubarak in Egitto e Ben Alì in Tunisia…”, evidenzia Giovanni Barbieri, vicedirettore del Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli), per il quale“la diplomazia ha i suoi strabismi e oggi tutti scendono dal carro dei perdenti”. Per Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano), “il massacro in Libia ci pone interrogativi gravi. Non possiamo continuare a galleggiare su zattere insulse, che mediaticamente ci vengono proposte. È l’ora della serietà, in basso e in alto. Gli scenari sono inaspettati, ma non si può non stare dalla parte della vita degli oppressi. E questo è un forte valore non negoziabile, oggi e sempre. Per questo, da cristiani, si può e si deve anche pregare”. Per Amazio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), “sarebbe indispensabile che la solidarietà – quella vera, cristiana, concreta, efficace, estesa ed evangelica, da buon samaritano – diventasse il centro e il motore dell’indignazione. Come grande tensione morale, genuina, di ciascuno e di tutti, affinché gli orrori cedano il posto alla concordia e alla pace”. “Quello che sta succedendo a qualche decina di km dalle coste dell’Italia non può trovarci indifferenti. La vicenda della Libia ha avuto ripercussioni dirette anche per il nostro Paese”, ricorda Marco Piras, direttore dell’Arborense (Oristano). Di fronte all’arrivo di tanti immigrati in fuga dall’Africa Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), scrive: “Il rischio è che un’ondata di rifugiati venga descritta e vissuta come un’invasione; che scatti il riflesso condizionato del ‘giusto accoglierli, ma non qui da noi’; che un evento destinato a segnare la storia del Mediterraneo sia scambiato per un problema di ordine pubblico”. “Noi siamo cristiani, anzi cattolici, e abbiamo un Pane che nessuno ci può togliere. Di più: dobbiamo condividerlo. Ai futuri ‘ospiti’ se verranno offriremo Quello”, afferma Michele Murgia, direttore di Libertà (Sassari).
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