AVVENTO

“Tra gli atteggiamenti che l’Avvento ci suggerisce di alimentare ce n’è uno che fa molta fatica ad emergere: quello di coltivare il senso dell’attesa”, ammette Antonello Mura, direttore di Dialogo (Alghero-Bosa). Conversione, ricorda Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), è “una parola scomparsa da tempo dal vocabolario dell’uomo moderno, che preferisce termini più favorevoli al suo sviluppo, alla sua affermazione, alla sua riuscita. Il cristiano la risentirà di nuovo nei giorni che ci dividono dal Natale”. “State pronti, vigilate. È questo l’invito che risuona per l’inizio dell’Avvento, il periodo che prepara al Natale – ricorda Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) –. Il cristiano non si può distrarre, non può perdere un pezzo della vita. Non può, ne va della sua essenza. Tutto quello che ci accade ha un senso, non è mai banale. Occorre guardare in faccia la realtà, viverla tutta intera, con il suo carico di sofferenze e dolori quotidiani, ma anche con le sue gioie e le sue soddisfazioni”. Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), nel suo editoriale ricorda la“questione molto seria” di cui parla Benedetto XVI nel libro intervista “Luce del mondo”: “Convincere gli uomini e le donne del nostro tempo ad alzare la testa verso l’alto. A spingere lo sguardo oltre l’orizzonte terreno”. “Saper attendere nella speranza significa rifare ogni momento nella libertà la scelta di concretamente e fiduciosamente ‘occuparsi’ al posto di mentalmente e inutilmente ‘pre-occuparsi’”, si legge sulla Guida (Cuneo). Degli incontri promossi in diocesi per l’Avvento si occupa La Voce Alessandrina(Alessandria).
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