Soddisfazione per la sentenza di condanna di Feltri a tre mesi per aver pubblicato sul quotidiano che allora dirigeva notizie false su un suo collega, Dino Boffo: la esprime Sandro Vigani, direttore di Gente Veneta (Venezia), secondo il quale la dura sentenza dell’Ordine dei giornalisti intende censurare un certo modo di fare giornalismo, che entra a gamba tesa nell’agone della politica diventandone protagonista e usa le parole come clave per togliere di mezzo il vero o presunto avversario. Perciò, la sentenza contro Feltri permette di guardare con maggior fiducia il mondo dei media italiani proprio perché afferma il principio della responsabilità: chi ha sbagliato è giusto che paghi. Sullabitudine di dare anticipazioni scrive Amazio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio): La conoscenza si forma sullautenticità, non su anticipazioni che divorano sedicenti realtà. E soprattutto linformazione è frutto di severo, delicato, puntuale e faticoso cammino culturale in primo luogo , che non si snoda sullapprossimazione, bensì corre su binari di sintesi non parziali né accomodanti, dove è decisivo il confronto mai epidermico.