Al centro degli editoriali anche alcune vicende internazionali. LAraldo Abruzzese (Teramo-Atri), ad esempio, si sofferma sulla catastrofe ambientale causata dalla British Petroleum nel Golfo del Messico e sul vulcano risvegliatosi improvvisamente in terra dIslanda. Questi due fatti, sostiene il settimanale abruzzese, ricordano che non possiamo costruire sulle cime dei vulcani e sul greto dei corsi dacqua, a ridosso della montagna, o pretendere dimprigionare i fiumi e cementificare dappertutto. Il nostro destino non è diventare padroni del mondo, ma giardinieri della Creazione, come si legge nella Genesi. Siamo chiamati ad esercitare un governo responsabile sulla Natura, volto alla sua custodia e non allo sfruttamento indiscriminato. Dello stesso avviso Nicola Paparella, direttore dellOra del Salento (Lecce), il quale soffermandosi, tra laltro, sul disastro nel golfo del Messico, riflette sulla differenza tra precarietà e creaturalità. Questa, annota Paparella, è ben diversa dalla precarietà. Il precario viene lasciato solo, la creatura viene guidata quando è in difficoltà, viene accompagnata quando cerca le vie dello sviluppo, viene orientata quando conquista lautonomia. La creatura ha sempre, vicino a sé, il volto di un Padre. Dellattentato in Afghanistan, in cui il 17 maggio hanno perso la vita due militari italiani, scrive Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia). Vorremmo che, anche in questi giorni di lutto dice Bianchi , la richiesta di pace non sia infarcita di proclami retorici ma di senso di responsabilità condiviso. AllAfghanistan è anche dedicato leditoriale della Guida (Cuneo).